Una lieve affumicatura e il consueto soffio vagamente sulfureo soffondono un quadro sontuoso di scorza di cedro, albicocca fresca, vaniglia e petali bianchi. Bocca soave, cremosa ma pur sempre tesa, viva; infatti il sorso è energico, succulento, piacevolmente sapido, quasi salato e la corrente alcolica ne espande il respiro.
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2015 Chablis 1er Cru Côte de Jouan, Garnier & Fils
Goût de pierre a fusil, è il profumo della pietra focaia, è Chablis. Per gli amanti dei grandi bianchi è sinonimo di verticalità, ne è praticamente un archètipo. Sarebbe tuttavia riduttivo circoscrivere questo vino nella sua tipicità, che è comunque solidamente presente, attorniata da pesca sciroppata, bacca di vaniglia, scoglio e un battito di zafferano. Il mare qui ha lasciato il suo segno, milioni d’anni fa (Giurassico Superiore), l’evoluzione geologica di questo terroir la ritroviamo in bocca. Gestione sapiente della vigna, fermentazione spontanea e lunga sosta sui lieviti di fermentazione per circa un anno: pochi ma perfettamente funzionali accorgimenti si palesano in un sorso di innervata e sottile morbidezza che…
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2012 Gevrey Chambertin En Vosne, Domaine Derain
Il Domaine Derain nasce a Saint Aubin nel 1988 per mano di Dominique Derain, un nome già celebre per le sue collaborazioni nelle cantine di diversi, prestigiosi, Domaine della Cote de Beaune.In tempi recenti Dominique ha ceduto il Domaine ma questo vino è nato quando esso era ancora saldamente nelle mani di Catherine Derain, in vigna, e Dominique in cantina e ne riflette la cifra stilistica, fatta di un accurato bilanciamento fra eleganza e rusticità..Il vino nasce da una vigna di 90 anni di età, che naturalmente fornisce pochi e concentrati grappoli, inoltre l’annata 2012 è stata caratterizzata da difficoltà vegetative nella prima metà della stagione, producendo ancora meno grappoli…
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2002 Pic 1er, Albert Pic
Le festività natalizie sono arrivate accompagnate, come al solito, a un filo di romantica nostalgia, nostalgia che mi ha spinto a scegliere questa storica bottiglia di Chablis.Forse non si tratta in assoluto della miglior bottiglia della denominazione, ma chi fosse stato un pioniere del commercio del vino non si sarebbe potuto esimere dal berlo almeno una volta.Importato in Italia dalla società fondata nel 1928 dal barone Amerigo Sagna, il Pic 1er è stata una delle prime bottiglie a cui, in un passato non troppo lontano, il giovane enofilo, in vena di spese, si avvicinava per fare amicizia con il vino bianco francese.Nato nella più antica Maison di Chablis oggi esistente,…
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2005 Volnay 1er cru Les Fremiets, Joseph Voillot
Inizio nervoso e vegetale increspato di frutti rossi e sottobosco, carattere più da Pommard che da Volnay (la parcella di 0,61 ettari è guardacaso al limite nord del comune di Volnay, al confine con il vicino village, con viti dai 60 anni di età) poi svela lamponi in confettura, fragole e tabacco dolce in cui emerge una nota di talco mentolato affascinante. Tannino che ruga appena la gengiva con ondate di piacevolezza cristallina riappacificate dal tempo. Chiude dopo un paio di ore in gioia ed eleganza, vibrando di compiutezza floreale di viola e rosa. Jean-Pierre Charlot guida con mano illuminata e brillante il domaine che fu del suocero con 10 ettari…
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2018 Chablis Per Aspera, Domaine Charly Nicolle
Ogni ‘istruito’ associa alla parola Chablis le parole: chardonnay, freddo, suolo kimmeridgiano. Sulle prime due glisso, l’ultima descrive la tipologia di suolo che connota l’area: un impasto di marne grigie, calcare e gesso, ricco in molti punti di fossili di ostriche preistoriche (exogyra virgula per i più curiosi).Queste caratteristiche si ritrovano nel “Per Aspera” di Charly Nicolle. Prima di tutto dal colore, un giallo paglierino molto leggero. Poi al naso: lime, pesca bianca, biancospino, mandorla fresca, crema di latte (in luogo del classico burro degli chardonnay) e, soprattutto, una mineralità a metà tra la ghiaia bagnata e un sentore di conchiglie (sì, facile dirlo quando si sa che nel suolo…
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2018 Liberty of Burgundy, Maison Marigny
Un vino che pare un invito a bere Borgogna quando invece bere Borgogna pare diventato impossibile vista la richiesta abnorme e i prezzi alle stelle. In Francia lo si trova in effetti a buon mercato ma la sorpresa più grande è scoprire quanto sia piacevole, nocciolato e intensamente floreale e classico questo chardonnay. Naso di mandarino, vaniglia, mandorle, tiglio e talco, sorso sbarazzino che sulle prime ti pare annacquato ma poi cresce con il tempo e la temperatura, senza mai smettere di guizzare al palato. Un piccolo grande vino che sa regalare gioie e spensieratezza. La stessa Maison produce e realizza operazioni simili per il Rodano e i vini di…
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2016 Charmes Chambertin Grand Cru, Remoissenet Père et fils
Uno dei grand cru di Borgogna meno frequentati ma sempre incantevole come vuole il nome. Questo 2016 vinificato dalle mani femminili di Claudie Jobard ha colore e naso di frutto sublime incantevole di ribes rosso rosa damascata e tabacco , camemoro e anice, sorso di eleganza finezza e sontuosità sempre sottesa. Nel finale rivela una persistenza che si regge su trama tannica fitta come un arabesco metallico, non finisce ma traguarda i decenni facendoci per fortuna godere fin da subito e parecchio.
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2004 Meursault-Caillerets Premier Cru, J.-F. Coche-Dury
È teatrale il Meursault-Caillerets 2004 di Coche-Dury. Un olfatto imponente, ampio, che richiama il burro d’alpeggio, il rovere tostato, la pietra focaia, i toni lievemente sulfurei così frequenti nei Meursault, e ancora il distillato di malto, il chicco di caffè verde, l’albicocca appena accennata. È travolgente nel sapore: un frutto coriaceo di mela annurca, roccioso, sapido, di burro salato, al limite della sopraffazione tanto è deciso. Dà quasi una sensazione di masticabilità, eppure è dinamico, energico, succoso. Un vino immenso.
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2007 Meursault, J.-F. Coche-Dury
È una lama affilatissima il Meursault 2007 di Coche-Dury, una luce abbagliante, una brezza gelida. L’acidità portentosa non congela il sorso però, che invece vibra come una corda di violino, generoso di succo agrumato e roccia silicea: un infuso di pietra focaia, acqua di fonte, lime e limone verde. La frustata dell’acido è temperata dalla carezza del frutto e i brividi corrono sulla pelle, rendendo la deglutizione un’avventura di piacere purissimo.