Quanto vi condiziona il posto del vino nella valutazione? Intendo dire il luogo dove questo nasce. Personalmente negli anni ho imparato – o meglio affinato – un approccio laico alla bottiglia, affinché non fossi troppo condizionata dalla narrativa del terroir e della fatica agricola. Ci sono delle eccezioni però. Una di queste si chiama Tenuta Regaleali. L’azienda madre della famiglia siciliana Tasca d’Almerita credo possa essere annoverata tra le più belle al mondo. Una certezza non granitica non avendone visitate tante in giro per i continenti, ma credo di poter investire su questa dichiarazione molto più dei miei due cents. È incanto puro, per la luce, per l’orizzonte, per i…
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2018 Nebbiolo d’Alba, Poderi Colla
È tra le etichette più note del panorama langarolo, per quella faccia piena di un bacco sornione. Nessun artista di fama: in azienda raccontano che fu un conoscente di Tino Colla che, bevendo un bicchiere con il proprietario, buttò giù uno schizzo. A Tino piacque e si decise di farne un’etichetta per quello stesso vino. Una storia semplice di una bevuta tra amici, il Nebbiolo che sa essere amichevole e schietto quando non si chiama Barolo o Barbaresco. D’altronde le tante facce di un’uva così prestigiosa è ciò che la rendono cangiante e mai noiosa. Un vino da pasto che sta bene accanto a un salame e a un formaggio,…
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2016 Barolo Monvigliero, Diego Morra
Azienda piccola ma non piccolissima trovandosi in Langa, quella di Diego e Francesca: 30 ettari di cui 16 a Nebbiolo da Barolo dislocati tra Verduno, La Morra e Roddi. Marchio abbastanza recente, ma storia generazionale lunga, come accade spesso da queste parti. Una menzione geografica aggiuntiva già mitica, il Monvigliero, che negli ultimi anni ha fatto incetta di super premi. Questa è anche il cuore dell’azienda, infatti di Monvigliero l’azienda Diego Morra ne coltiva 25 ettari anche a Dolcetto, Barbera, Chardonnay e Pelaverga. Mi soffermo sul Barolo: colore didattico perché non troppo scarico ma con bella trasparenza; naso elegante di frutti piccoli e di rosa; in bocca emerge la sua…
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2018 Sangiovese, Tenimenti d’Alessandro
In terra di Cortona, patria del Syrah in Italia, il nome di Tenimenti d’Alessandro è da sempre un punto di riferimento per chi ama l’uva della zona del Rodano. È così da 30 anni, da quando Massimo e Francesco d’Alessandro decisero di usare i loro terreni come campo sperimentale per diversi vitigni. Il Syrah diede risultati interessanti e così nacque questa sorta di enclave francese in terra di Toscana. Oggi la proprietà è della famiglia Calabresi ed è il giovane Filippo a occuparsi dei vini. Tecnica e palato diversi hanno dato ai vini che conoscevamo una “rinfrescata” generale, facendoli uscire da una certa cupezza del colore e del sorso. E…
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2019 Regina Isabella sui lieviti, Mustilli
Che allegria le etichette delle sorelle Mustilli! Conta prima della descrizione di un vino? Direi di sì, almeno per me è così. M’invogliano a metterle in tavola, anzi anche tra i libri a mo’ di separé. In realtà il restyling dell’immagine della cantina di Sant’Agata dei Goti racconta molto dell’animo un po’ aristocratico e al contempo rock di Paola e Anna Chiara. Loro che vivono e lavorano in uno spazio del XVII secolo con gli antenati beneventani che le osservano dalle pareti della quadreria di famiglia, sono anche pragmatiche e alla mano, colte e spiritose, un mix di caratteristiche che, quando riesce, offre il meglio delle donne del sud al…
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2019 Aransat, Borgo Savaian
Terra di macerati il Friuli Venezia Giulia, si sa. Il patentino da regione degli orange wine le consente anche grandi estremizzazioni, con conseguente divario tra sostenitori e detrattori. Poi c’è chi, come Borgo Savaian, azienda di Cormons, ha cercato un vino che potesse mettere d’accordo un po’ tutti. L’etichetta è Aransat – aranciato in friulano – un blend di vitigni autoctoni con una maggioranza di Friulano. 80/90 giorni di macerazione sulle bucce lascerebbero presuppore qualcosa di strong, ma la lenta fermentazione ingentilisce colore e beva. Il tono è quello del salmone più che dell’ambra e le note al naso rimandano al bergamotto e in generale agli agrumi. Così la bocca,…
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2018 Ciliegiolo, Mastrojanni
Il ciliegiolo a detta dei tecnici è una bestiaccia di uva da coltivare e da vinificare in purezza. Non a caso è soprattutto conosciuta come uva da taglio. In Umbria da un po’ di anni è diventato un rosso piuttosto peculiare e sono diverse le etichette che danno più di una soddisfazione. In Toscana, se pur presente nell’ampelografia di riferimento, si preferisce usare ancora nei blend. L’azienda Mastrojanni, nota da sempre per i suoi Brunello di Montalcino, tenta invece la carta del ciliegiolo in purezza. Prima annata, 2018 per circa 6000 bottiglie. Le piante selezionate sono quelle della zona di Montenero. La lotta è contro siccità e caldo, due fattori…
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2015 Colli Tortonesi Rosso Falò di ottobre, I Carpini
Se si parla di Colli Tortonesi si pensa subito al timorasso, ma in questo caso, anche se è un vino di un’azienda che ha nel timorasso il suo marchio di fabbrica, ho scelto un raro merlot in purezza. Raro perché i filari di merlot di Cascina i Carpini sono davvero pochi e in certe annate fanno fatica a maturare per la posizione e l’altitudine in cui sono. Bevo una 2015 uscita nella primavera 2020, solo 641 bottiglie. Un vino mutevole, perché sa essere un ottimo recettore del territorio dove nasce e Paolo Ghislandi sa che ogni annata è diversa dall’altra. È di un rosso rubino brillante, sa tanto di marasca…
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Champagne Rosé 24éme Édition, Krug
Non avevo mai avuto in regalo una bottiglia di Krug. Che se ci penso, mi dico: “doveva scoppiare una pandemia”, ma sono pensieri cattivi e li rimuovo. Aggiungi al fatto che la consegna viene effettuata in un bellissimo cestino di vimini da picnic con tutti gli ingredienti necessari per replicare – o almeno provarci – la ricetta di uno chef tre stelle Michelin. Al momento del ritiro la portiera mi guarda con l’aria di chi sta pensando “QUESTA si organizza un picnic a casa con lo champagne. Poi si lamentano che alle partite Iva non ci pensa nessuno”. Un senso di riconoscimento subito aziona la volontà culinaria, non dico per…
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2019 Falanghina Sabbia Vulcanica, Agnanum
Naso profumatissimo di fiori gialli e sentori vinosi, poi vien fuori anche la frutta come la mela. In bocca risulta teso e vibrante, con un finale sapido e appagante.