Il Saint-Estèphe de Calon Ségur è solo il terzo vino dello Château Calon Ségur a Saint-Estèphe, uno Château classificato troisième grand cru. Qui 60% merlot, 35% cabernet sauvignon, 4% cabernet franc, 1% petit verdot, mentre il Grand Vin aveva nel 2017 il 76% di cabernet sauvignon. Percentuali che spesso cambiano di annata in annata. Bordolese dal cuor leggero: subito vegetale, “biturico” e a sangue freddo, florealissimo (tanta viola), con qualche concessione al brett, in bocca soprattutto. Buono anche per quel che costa (sui 25 euro). Il tempo di capire che vino è, come si colloca, chi lo produce, dove e con quali vitigni, e un paio di bicchieri volano via.
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2018 Le Cupole, Tenuta di Trinoro
La genialità e l’intraprendenza di Andrea Franchetti è ben rappresentata dai suoi celebri vini in Toscana (Val d’Orcia) e sull’Etna: Franchetti e Tenuta di Trinoro. Quest’ultimo, complice la sua notorietà anche internazionale, stacca prezzi che ormai lo rendono di fatto un vino da acquisire, invecchiare e aprire in occasioni di particolare importanza. Chi però volesse avere un saggio in sedicesimo della stoffa di questo vino può provare a ripiegare sul fratello minore, Le Cupole, l’entry-level voluto appositamente dal Franchetti.Curiosamente la prima annata di questo vino, 1995, è antecedente alla prima annata dei “grands vins” dell’azienda, che videro la luce nel triennio 1997-99, ed in effetti chi posedesse un Cupole antecedente…
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1983 Grand Vin de Léoville du Marquis de Las Cases, Chateau Léoville Las Cases
Ancora vivo al colore: intenso, proprio buccia di melanzana con sfumature granata. Il soffio mentolato prelude a un naso composto e variegato di cassis, cuoio bagnato, scatola di sigari, carrube, goudron ed erbe selvatiche. In bocca è sontuoso: vitale, sa di buccia e ha tatto di velluto, sapido e ancora reattivo e succoso. Cabernet sauvignon 73%, merlot 11%, cabernet franc 11%, petit verdot 5%.
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1971 Chateau Margaux, Chateau Margaux
Annata media, pochi i “fuochi artificiali” prodotti ma diversi vini rivalutati col tempo, al punto che ormai si parla serenamente di annata sottovalutata. In questo caso tutto si gioca su finezza, eleganza, energia e coerenza, la finezza perché naso e bocca giocano di cesello su un frutto delicato, un tratto vegetale di tabacco che sotterra subito un lontano peperone, una nota floreale accennato e poi col tempo a declinare su sottobosco vivo, resina e un rimbalzo quasi marino, il vero plus in bocca è la mineralità che fa da sponda a tutto e sulla quale si impernia la bocca, quindi forse in apparenza più parte dura in spinta (non in…
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1991 Margaux, Château Margaux
Liquido superbo, di eleganza ultraterrena. Incede senza toccare suolo con rimandi di fiori macerati, earl grey, mirtilli e bacche rosse selvatiche, liquirizia e grafite. Al sorso è un fruscio di sete, fragrante, agrumato e vibrante; c’è un soffio di menta selvatica in deglutizione che lo rende irresistibile, aggiungendo freschezza e bevibilità . Ciò che seduce è l’equilibrio assoluto pur nel continuo movimento degli stimoli. Margaux 1991 è un vino quintessenziale; è l’essenza della riva sinistra. Ancora di più in una annata così complicata.
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2008 Pauillac, Château Pontet-Canet
Si concede con parsimonia, ha bisogno di tempo nel bicchiere. È austero, preciso, cartesiano, ma non avaro. Radice di liquirizia, rabarbaro, grafite, pepe nero, cassis e canfora. Al palato è tenace, sapido e infiltrante; arriva in profondità. E scalda. Lo vorrei riassaggiare fra una decina d’anni.
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1989 Saint-Estephe, Château Cos D’Estournel
È ancora coriaceo e buccioso il Cos 1989, vivido e austero, così fieramente connotato sul Cabernet Sauvignon. Misurato e composto al naso, senza svolazzi od orpelli; è tenace e compatto al sorso, avvolgente e carnoso. Grafite, pietra spaccata, bacche di gelso, finocchio selvatico, ginepro, pepe nero, noce americana e tabacco amaro. Al palato è infiltrante, roccioso, quasi sapido, magistralmente tessuto. Da un senso di compostezza e misura, di distacco. Avercene.
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2016 Solengo, Argiano
Una lode agli enologi, quelli davvero bravi, quelli che hanno reso onore all’Italia vinicola. Una lode a tutti quegli enologi che oggi sanno ascoltare un territorio, con competenza, passione, umana coscienza.Solamente Giacomo Tachis avrebbe potuto creare un Supertuscan di questo livello a Montalcino, e solamente un grande enologo avrebbe potuto portarne avanti gli insegnamenti. Di un profondo rubino dai riflessi purpurei, nasce da un blend di cabernet sauvignon, merlot, petit verdot e syrah in percentuali variabili in base all’annata. I profumi si aprono immediatamente con il peperone maturo, seguito da note di vaniglia e caffè tostato, poi speziati con pepe nero e zenzero, e fruttati, di prugna essiccata e amarena.Giovanissimo,…
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2010 PHI, Finca El Origen
Mendoza è la zona di maggiore importanza nel panorama vitivinicolo Argentino, tra il 60 ed il 70% della produzione di vino di questo stato proviene da qui. Il malbec è assoluto protagonista. Scuro, muscoloso, si presta ad intensi affinamenti in legno. Va da se trovare vini da note dolci e di cioccolato che quasi sempre si affiancano a prugne e intense speziature. Ma qui c’è anche un vitigno nostrano molto coltivato, la bonarda. E proprio quest’ultima insieme a malbec, cabernet sauvignon e petit verdot è parte del blend di questo vino. Un ‘single vineyard’ a modo loro, perché qui produrre 9 milioni di bottiglie è piuttosto normale, come anche avere…
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2016 Monteverro, Monteverro
Dal terroir ancora in gran parte da esplorare e valorizzare di Capalbio ecco il vino forse più ambizioso e di gran lunga il più caro… Questa attesa 2016 ha un naso ricco e affscinante tra amarene cassis e cioccolato, refoli balsamici e di macchia, macis, timo, alloro, ligustro e nipitella, sorso arioso e insospettabilmente leggiadro, tannino serico con forza sottesa e spinta sapida salmastra iodata che completa un quadro bellissimo ricco di sfumature , stuzzicante e di grande prospettiva. Chiude tra ciliegie, more, mirtilli, liquirizia pepe nero e umami fungino. Un passo avanti importante in un’annata di grazia per Capalbio e la Costa Toscana tutta. Bott. 1584 di 17929.