Un’azienda che lavora estremamente bene, in un territorio – quello dell’Agro Pontino – non certo tra i più in vista del panorama enologico nazionale, caratterizzandosi attraverso vini che trasversalmente sanno offrire struttura, dinamicità al palato ed armonia complessiva. Il Peschio Trentasei è una delle etichette maggiormente rappresentative, un blend paritario di Cabernet Sauvignon e Petit Verdot provenienti dai vigneti aziendali più vocati ed affinato – come riportato nel nome stesso – per trentasei mesi in botti di rovere della capacità di 10hl. Alla vista è rubino integro, intenso e denso, di una consistenza che ricorda l’inchiostro tale è la sua capacità di colorare il bicchiere durante la rotazione. Il naso…
-
-
2019 Malvasia Puntinata Libente, Emiliano Fini
Austero e reticente all’olfatto per un buon quarto d’ora, poi si concede timidamente con note di paglia, funghi secchi, mallo di mandorla e uva spina. In bocca è placido, suadente, sapido, quasi salato, nobilitato da un piacevole tratto roccioso e da una corrente di acqua di fonte che lo rende dissetante.
-
2019 Grechetto Cleto, Emiliano Fini
Oro caldo alla vista. Tono ossidativo ma integro, senza mollezze: frutto giallo maturo, chicco di grano, noce, grasso di prosciutto e un cenno di Fino di Xeres. Il giorno dopo si integrano note di scorza di limone, fiori di campo ed erbe selvatiche. Al sorso è energico, teso, materico e gustosamente allappante.
-
2015 Il Vassallo, Colle Picchioni
Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace (e se vogliamo ci mettiamo anche “l’Italia è bella tutta”, che male non fa). E a Paola Di Mauro il vino che faceva il contadino con le sue uve non piaceva proprio. Il casale che avevano nel territorio di Marino, lungo le pendici del Vulcano Laziale che guardano verso il Tirreno, possedeva una vigna piantata a merlot, cabernet sauvignon e cabernet franc. Purtroppo il vino che si faceva era ai limiti della bevibilità. Paola Di Mauro pensò “ci sarà pure un modo di fare un vino buono partendo da queste uve. Ci riescono i francesi e io…
-
2019 T1, Poggio Bbaranèllo
Altro vino prodotto in quel di Montefiascone da Silvia e Lisa di Poggio Bbaranèllo. Questo sarebbe il vino base della gamma, prodotto con uve trebbiano toscano, qui chiamato ‘procanico’.T1 si può leggere “T con 1”, ovvero “Trebbiano al tempo uno”, un omaggio di Silvia alla matematica per indicare che il trebbiano è la prima uva a venire vinificata. Vinificazione in bianco, lieviti assolutamente indigeni, nessuna filtrazione né chiarifica, affinamento in acciaio.Nel calice il vino è di un giallo paglierino molto intenso.Naso intenso anch’esso, rimanda ad ananas e frutta tropicale, mimosa e ginestra, mandorle, miele e cera, con note minerali tra lo iodato e il terragno e con lievi cenni di…
-
2019 Metodo Ancestrale 507, Poggio Bbaranèllo
Ancestrale, ovvero qualcosa che risale a tradizioni antiche, ataviche. Un aggettivo che rispolvera emozioni mai sopite, un po’ come “olistico”.Ok, ci sto un po’ giocando su, ma non è affatto un gioco quello che Silvia e Lisa di Poggio Bbaranèllo stanno facendo nei pressi di Montefiascone, dietro al lago di Bolsena. Sono due ragazze che fanno la spola tra il lavoro a Roma e il “passatempo” vinicolo nella Tuscia.Il metodo ancestrale 507 è parte della loro gamma di vini. 507 come il numero di bottiglie di metodo ancestrale prodotte nella loro prima annata, la 2019. Vino realizzato con trebbiano toscano, vitigno che lavorato con le giuste attenzioni e con il…
-
2005 Montiano, Falesco
Ricordo ancora come già 20 anni fa, giovane studente di sommelierie, ascoltassi con curiosità le tesi di Riccardo Cotarella sul merlot come uva capace di “leggere” il terreno di adozione.Coerente a questo credo, il professor Cotarella ha inserito, in 40 anni di onorata carriera di enologo, il vitigno merlot, o in purezza o in taglio, in molti dei vini più illustri da lui curati.Ecco perché, alla luce di ciò, scrivere del Montiano, il Merlot in purezza della famiglia Cotarella, si traduce in un confronto con la summa del Cotarella-pensiero, il suo manifesto programmatico.Nato nel 1993, questo vino origina da un vigneto sito a Montefiascone (Castiglione in Teverina), all’estremo Nord del…
-
2019 Donna Paola, Colle Picchioni
Adoro questo vino. Vi aspettate un maggiore distacco? La vita non è perfetta, al contrario dei gas (pV=nRT. Ripassate). Ed è talmente facile fare outing con questo vino che, sinceramente, ho assecondato l’istinto senza remore.Il fatto è che questo vino fa il micione, ma con garbo. Come Sean Connery/007 che, domandato da Fiona Volpe di passarle qualcosa da indossare per uscire dalla vasca da bagno, le porge un paio di sandali e poi si siede a guardarla. Ecco, quello sguardo è il Donna Paola.Blend 60% malvasia del Lazio e 40% semillon, le uve sono coltivate sulle falde del Vulcano Laziale, nel territorio di Marino. L’azienda è storica e nacque nel…
-
2018 Falesia, Paolo e Noemia D’Amico
A giocare con lo chardonnay il rischio è di bruciarsi. Con la barrique poi, capirai: si aggiunge l’azzardo di infilare in bottiglia un estratto di pop corn burro e vaniglia, indubbiamente poco attraente. Questo se un incapace come me si azzardasse a metterci le mani. Poi, fortunatamente, ci sono vignaioli come Paolo e Noemia D’Amico, che quando decisero di vinificare uno chardonnay con affinamento in barrique, possedevano un’idea solida: uva e territorio dovevano valorizzarsi a vicenda. Le viti sono a dimora in quel di Vaiano, nell’alta valle del Tevere. Lì, nella Tuscia che sfiora l’Umbria, ci sono argille e sabbie, che qualche metro più a ovest dell’azienda danno origine ai…
-
1993 Colli di Catone Malvasia, Casal Pilozzo
Solo 8000 mila bottiglie prodotte da Antonio Pulcini (il “Valentini” della malvasia) per questa annata, come sempre senza malolattica per bilanciare la grande maturità con cui vendemmia la malvasia puntinata nei suoi peculiari vigneti a Monte Porzio Catone. Questo 1993 portatoci da Davide Teri (che sta cercando di ripristinarne una distribuzione migliore) è dorato cangiante, ricco e netto, mela renetta e golden, pera matura, pepe nero, zafferano, susina affumicata, finale tra sottobosco autunnale e risveglio primaverile di un campo fiorito. Bellissimo e decisamente un degno erede di tanti bianchi straordinari dalla lunga vita prodotti in questo luogo unico con vigne guyot a 1,20 m da terra su top soil con…