Definito in un articolo di Repubblica di un paio di anni fa come il “filosofo gentile del vino”, Patrick Uccelli riesce in maniera sottile, ma potente a trasmettere questa sua profondità attraverso il vino. Ho avuto spesso occasione di assaggiare i suoi vini con queste etichette numerate e inconfondibili, che risaltano con facilità su qualunque scaffale di enoteche ben fornite. Ho avuto bisogno di tempo per capirle, ci ho dovuto lavorare, allenando il mio palato a gusti meno costruiti, naturali, artigianali direi. Ed ora che l’esperienza la vesto di bevute, vorrei iniziare a parlare dei suoi vini, partendo da 8. Un Pinot Nero in purezza, accuratamente selezionato, profumi di bacche…
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Nugoloso Vigneti delle Dolomiti Frizzante, Mattia Filippi
Se c’è una cosa che ci piace poco, e dalla quale cerchiamo di stare alla larga, è l’omologazione. I vini fatti tutti uguali, che si somigliano dalle Alpi alle Piramidi – quella è omologazione. Uso il “noi” non per senso di maestà, ma perché nel gruppo ci metto tanta gente, sia enofili che produttori di vino. Però come si fa a non essere omologati? Alla fine fare vino è un fatto tecnico, in un certo senso scientifico, e l’esecuzione della ricetta è quella, il rischio c’è. Poi però c’è l’elemento umano, il posto in cui vien su la vigna, cioè l’elemento non scientifico del fare vino, quello che i francesi…
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2018 Schiava “69” Vigneti delle Dolomiti, Rielinger
Non so bene se consigliandovi di visitare il maso di Rielinger, sopra Collalbo in provincia di Bolzano, vi faccio un dispetto o vi do il miglior consiglio possibile, per scegliere una cantina di quelle parti. La strada è lunga e stretta, la salita è alpina, la vostra auto rischierà di fondere il motore, o la frizione, o i freni, insomma fate un tagliando prima. Poi però vedrete un maso abbarbicato su vigne verticali, antico, pieno di quella bellezza sud-tirolese che vi farà passare la voglia di andare via – e non solo perché vi tocca rifare quella strada. I vini da soli meritano la gita. 69 è l’anno di impianto…
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2019 Rosato Rosa Montis PN, Baldessari
Chiama l’estate e un déjeneur sur l’herbe. Intenso e quasi ipnotico rosa corallo, ha profumi aggraziati e nitidi di lampone e mirtillo e un accenno di viola. Il sorso è più vigoroso di quanto ti aspetti e va via dritto, al passo di un’acidità esuberante e punteggiata da cristalli di sale. Vin de soif goloso, volutamente semplice ma per nulla scontato. Lo produce, in biologico e in quantità limitata, Marco Baldessari a Povo di Trento, in esclusiva per Avi Wine di Luca Ghiotto.
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2018 Schiava, Carlotto
L’azienda di Michela e Ferruccio Carlotto si trova a Mazzon, un luogo di grande elezione per il pinot nero, una sorta di pianoro sopra Egna e Ora in provincia di Bolzano. Dei Carlotto amo il loro pinot nero ma non avevo mai assaggiato la schiava. Colore rosso rubino brillante, naso delicato dai sentori sommessi, di frutti rossi molto tenui, e tratti lievemente vegetale, speziato con note balsamiche di menta piperita. Al palato è soffice, salino, piacevole e dotato di grande bevibilità. Pochi tannini e molta freschezza, vino da poter servire anche a temperatura più bassa nei mesi più caldi. Un bicchiere che non vuole e non deve dimostrare nulla; anzi…
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2016 Vigneti delle Dolomiti, Vin de la Neu
Un vino in altezza, perché lunga è la bottiglia, una renana sottile, bianca e con ceralacca, un vigneto a mille metri a Còredo in provincia di Trento, lungimirante è l’ambizione di chi lo ha prodotto. Il Vin de la Neu è quasi una chimera, circa 500 bottiglie in tutto. Vengon fuori da un decimo di ettaro piantato ad alberello. L’uva è la Joannither che ha tra i suoi genitori il riesling e il pinot grigio, un’uva Piwi, un incrocio resistente alle principali malattie fungine della vite. Il padre putativo invece si chiama Nicola Biasi, giovane enologo, consulente di diverse cantine che è diventato produttore in montagna, in un piccolo appezzamento…
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2013 Roter Malvasier, In Der Eben Urban Plattner
Non è facile trovare una Malvasia rossa in Alto Adige. Direi anzi che, ormai, è praticamente impossibile! Sulle colline della località Coste, all’imbocco della Valle Isarco, però, il giovane vignaiolo Urban Plattner ne custodisce ancora (e per fortuna) alcune piante. Si tratta di soli 1000 metri di vecchie pergole che danno vita a una vera e propria chicca. Le uve sono coltivate in biologico dal 1990 e, a partire dal 2014, in campagna si seguono anche le pratiche del metodo biodinamico. La Malvasia rossa fermenta spontaneamente in acciaio per poi passare in tonneau dove rimane per due anni. È un vino luminoso e aggraziato, a partire dai profumi, vari ma mai…
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2017 Zero Infinito, Pojer e Sandri
Zero Infinito è la bottiglia giusta per iniziare a prendere confidenza con i PIWI, le varietà resistenti alle malattie fungine che negli ultimi anni sono sempre più coltivate anche in Italia, in particolare nelle regioni del Nord. Profumato e leggero, si beve con una disinvoltura inversamente proporzionale a quella con cui si pronuncia pilzwiderstandsfähige Rebsorte (espressione tedesca da cui deriva l’acronimo PIWI). Le uve solaris, lavorate senza l’utilizzo di chimica in vigna e in cantina, fermentano secondo il metodo ancestrale e regalano un vino double face: da bere limpido, lasciando il fondo sul fondo (appunto!), oppure torbido e un po’ spettinato dopo aver shakerato la bottiglia. Il naso profuma di frutta…
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2017 Schiava, Reyter
Questo vigneto centenario di schiava, condotto da Cristopher Unterhofer, si trova nei pressi di Caldaro, mentre la cantina a Gries vicino Bolzano. Si tratta di un vero monumento della viticoltura altotesina; rese molto basse e vini di grande fascino. La scelta di Cristopher è da sempre quella di bandire ogni forma di chimica di sintesi. Vino etereo, elegante, dal tratto fine, che già al primo approccio al naso catapulta direttamente verso i cieli tersi di primavera dell’Alto Adige. Sentori delicati di frutti rossi, salvia, timo, petali di rosa essicati e poi una speziatura di pepe bianco. L’attacco di bocca è sapido e succulento con un bel gioco di acidità e…