Inizio nervoso e vegetale increspato di frutti rossi e sottobosco, carattere più da Pommard che da Volnay (la parcella di 0,61 ettari è guardacaso al limite nord del comune di Volnay, al confine con il vicino village, con viti dai 60 anni di età) poi svela lamponi in confettura, fragole e tabacco dolce in cui emerge una nota di talco mentolato affascinante. Tannino che ruga appena la gengiva con ondate di piacevolezza cristallina riappacificate dal tempo. Chiude dopo un paio di ore in gioia ed eleganza, vibrando di compiutezza floreale di viola e rosa. Jean-Pierre Charlot guida con mano illuminata e brillante il domaine che fu del suocero con 10 ettari…
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2015 Oltrepò Pavese DOCG Brut Collezione Severino Tributo, Jako Wine
Ti arriva a casa un pacco contenente vini. Un’amica ti chiede cosa ne pensi? Cara Sissi ora te lo dico che cosa ne penso di questo Tributo di Jako Wine. Intanto bisogna dire che è un metodo classico, brut, blanc de noir da uve pinot noir dell’Oltrepò Pavese, e che è un 2015. Che questo vino non vede legno e che ne sono state prodotte solamente 1.000 bottiglie. Insomma un vino per amici e conoscenti e poco più. Dove la mano di Severino Barzan, con la sua liqueur de expedition segretissima e inviolabile, lo rende unico. Inutile e capzioso andare a cercare comunanze con vari Chablis, Pouilly Fumè, Champagne della…
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2018 Pinot Nero Rosato, Enò-Trio
Coltivare il pinot nero sulle terre vulcaniche alle pendici dell’Etna potrebbe sembrare una scelta bizzarra visto che è considerato un vitigno del nord Europa. Tuttavia la bassa latitudine della Sicilia è compensata dall’altitudine del vulcano che consente una vera viticoltura di montagna con un microclima unico. In queste particolari condizioni il vitigno borgognone sembra esprimersi molto bene, con risultati davvero sorprendenti come quelli della piccola e interessantissima realtà di Enò-Trio, di cui ho già parlato qui, che ne realizza anche una versione in rosa ottenuta da viti a piede franco allevate in Contrada Calderara a 650 metri di altitudine su suoli ovviamente vulcanici, ricchi di sabbie, minerali e ceneri. Il…
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2015 Cuna, Podere Santa Felicita
Di Federico Staderini e dei suoi vini, Pinot Nero in primis, è stato detto tanto da tanti, giustamente. Credo che sia uno di quei produttori di cui non ci si stanchi mai di leggere, parlare, assaggiare (soprattutto). A Pratovecchio in Casentino (AR), Federico ci ha piantato il pinot nero, comprando i cloni direttamente in Borgogna, dato che qui l’escursione termica è pressoché uguale – se non più importante – rispetto ai vigneti siti in Oltralpe. Altro dettaglio fondamentale da non trascurare: in questa area il terreno è calcareo-marnoso, grande contribuente in termini di qualità e finezza dei vini. Un fazzoletto di terra che si distacca e si distingue nettamente dal…
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2016 Charmes Chambertin Grand Cru, Remoissenet Père et fils
Uno dei grand cru di Borgogna meno frequentati ma sempre incantevole come vuole il nome. Questo 2016 vinificato dalle mani femminili di Claudie Jobard ha colore e naso di frutto sublime incantevole di ribes rosso rosa damascata e tabacco , camemoro e anice, sorso di eleganza finezza e sontuosità sempre sottesa. Nel finale rivela una persistenza che si regge su trama tannica fitta come un arabesco metallico, non finisce ma traguarda i decenni facendoci per fortuna godere fin da subito e parecchio.
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2017 8, Dornach Patrick Uccelli
Definito in un articolo di Repubblica di un paio di anni fa come il “filosofo gentile del vino”, Patrick Uccelli riesce in maniera sottile, ma potente a trasmettere questa sua profondità attraverso il vino. Ho avuto spesso occasione di assaggiare i suoi vini con queste etichette numerate e inconfondibili, che risaltano con facilità su qualunque scaffale di enoteche ben fornite. Ho avuto bisogno di tempo per capirle, ci ho dovuto lavorare, allenando il mio palato a gusti meno costruiti, naturali, artigianali direi. Ed ora che l’esperienza la vesto di bevute, vorrei iniziare a parlare dei suoi vini, partendo da 8. Un Pinot Nero in purezza, accuratamente selezionato, profumi di bacche…
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2019 Chavignol, Pascal Cotat
Non è tutta colpa di Berlusconi. Cioè, chiariamoci: Berlusconi ha tantissime colpe, ma la società dell’immagine che ci ha venduto attraverso le sue televisioni, e che si è tradotta nella mitizzazione dei “tronisti” e delle soubrette per poi avvitarsi nel “barbaradursismo”, sarebbe esistita anche senza di lui. O almeno credo. Questa premessa mi serve per dire che nonostante il culto dell’immagine sia ormai un dato di fatto con cui dobbiamo convivere, uno dei fattori che meno mi interessano di un vino è l’aspetto. Certo, un bel colore non guasta, ma quando mi trovo di fronte un vino che fa il belloccio mi viene subito da pensare «sì ok, ora veniamo…
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2015 Nino, Iuli
Scrivere di Pinot Nero italiani è un po’ come discutere dei libri di un onesto scrittore contemporaneo di media-carriera dopo aver letto l’opera omnia di Fëdor Michajlovič Dostoevskij. Non so come funziona da voi, ma dalle parti di casa mia, sullo sfondo rimane, inevitabile, l’eterno confronto con la Borgogna: e sticazzi. Però bisogna anche dire che quell’onesto scrittore contemporaneo di media-carriera lo si è letto e ha saputo (in certe annate) scrivere libri memorabili. Ecco, allora diciamo che Nino è l’onesto scrittore contemporaneo, senza nulla togliere alla maestria di Fabrizio Iuli, il suo nobile padre putativo, che metto senza alcun dubbio nell’Olimpo dei migliori vignaioli italiani. E la versione 2015…
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2019 Pinot Nero Piemonte Noir De Mariette, Le Marie
Da una vigna poco sopra il villaggio di Barge, impiantata sopra un conoide alle pendici del Monviso su suoli franco argillosi a reazione acida. Un aere di erbe di campo fresche spira dal bicchiere, subito integrato da note di bacche rosse selvatiche, melograno ed anguria (precisamente la buccia interna del frutto, dove la polpa si attacca al bianco); la lievissima speziatura completa un quadro olfattivo luminoso, terso e cangiante. Quando lo bevi disseta per la sua leggerezza e succosità: il profilo aromatico si carica di richiami agrumati, le labbra schioccano e il sorso appaga. Aiuto Le Marie a sviluppare i mercati europei.
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Champagne Brut Nature 11, 12, 13…, Ruppert-Leroy
Versione corta: Champagne fantastico, che mi ha conquistato. Un po’ più lunga: selezione di chardonnay e pinot nero da un po’ tutti gli appezzamenti di questa piccola realtà familiare dell’Aube, appena 4 ettari a Essoyes. Una cuvée di 5 annate, dalla 2011 alla 2015 con una permanenza sui lieviti di 18/20 mesi degorgiato nel 2017. Energico e al tempo stesso finissimo soprattutto nella tessitura, caleidoscopico in termini di riconoscimenti, capace di spaziare dagli agrumi alla cannella in un continuo rincorrersi tra tonalità adesso più floreali, ora più fruttate. Teso, fresco, polposo, avvolgente e in generale caratterizzato da una mineralità di particolare incisività. Fantastico, non vedo l’ora di aprirne un’altra.