Un vino che aspettavo di stappare da tanto, regalo di un caro amico dal palato impeccabile. Per metà tazzelenghe, autoctono friulano della zona di Cividale che potrei semplificare nella descrizione assimilandolo un po’ al foglia tonda e un po’ al sagrantino per la sua estrema tannicità e struttura. Ingentilito (si fa per dire) da merlot e cabernet sauvignon, ha colore intenso, profumo di amarene in confettura, datteri, tabacco, pout pourri di fiori viola e blu, spezie orientali, liquirizia e note tostate. Sorso possente, ampio, sapido e succoso, dal tannino importante che ne fa un vino da lunghissimo potenziale di invecchiamento. Nel 1989 ho scelto di andare controcorrente: fare solo vini…
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2018 Malterdinger, Bernhard Huber
Non avrei mai creduto di poter bere con tanto piacere un pinot nero tedesco, oddio… ha praticamente mezzo piede in Francia, sarà per questo che sa farsi riconoscere così schiettamente. La cantina Bernhard Huber si trova su antichi terreni che oltre 700 anni fa furono scelti dai monaci cistercensi. Il pinot nero e lo chardonnay trovano qui terreno ideale che alterna strati calcarei ricchi di conchiglie a suoli più fini. I suoi vini sono talmente apprezzati che in passato il nome Malterdinger divenne sinonimo di pinot nero nei libri classici. Un color rubino limpido e brillante, immancabile il ribes nero, poi mirtilli, violette ed iris, humus, pepe verde, fieno e…
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2018 Rosso di Montalcino Giovanni Neri, Casanova di Neri
Lui è come quegli uomini estremamente eleganti, che ti conquistano facendoti arrossire coi loro modi un po’ antichi, da gran cavaliere, eppure senza tempo. Ha tutto il carattere del sangiovese signorile e autentico, un profumo che sa di violette, ciliegia e chinotto, addolcito da leggera rosa e reso intenso da note di dattero, tabacco e sottobosco. Un giovanissimo uomo d’altri tempi. Gran vino.
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1999 Brunello di Montalcino, Baricci
Signori si nasce, l’età è un valore aggiunto, rende più eleganti, affascinanti, soprattutto quando l’animo sa mantenere la vivacità e la freschezza della gioventù. Capelli lucidi e scuri dai riflessi granati, ci offre amarene, datteri e more. Rose essiccate tra le pagine di un libro, il tabacco da pipa, l’acqua di colonia che sa di chiodi di garofano, eucalipto e scorza di arancia. La cravatta di seta. La sua fotografia. Chissà come era da bambino, chissà come sarà tra altri 20 anni.
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2015 Barolo Villero, Oddero
Mentre ero in cerca di qualcosa che potesse darmi una ‘scossa sensoriale’, dalla mia cantina è uscito lui. Mi si è presentato proprio di fronte come a volermi chiamare, a dirla tutta era da un po’ che stava tentando di farsi notare. Un Barolo di grande storia e tradizione, da un vigneto di 53 anni appartenente alla MGA Villero nel comune di Castiglione Falletto. Mi ha conquistata immediatamente, col suo rubino schietto, con quei profumi che si aprono su grandi note balsamiche, spezie verdi, delicate note vanigliate e di ciliegia sotto spirito per poi evolvere verso profondi frutti rossi, amarena e iris mantenendo il suo distintivo carattere balsamico. Non tradisce…
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2011 Sangiovese, Soldera Case Basse
Imponenti figure che lasciano un segno storico e indelebile, non esistono mezze misure quando si parla di produttori con un’idea così chiara sul chi sono e sul cosa vogliono fare. Il termine ‘naturale’ echeggia prepotentemente tra le righe scritte e le parole dette, non propriamente nel senso che attualmente in molti sono soliti dargli, ma più semplicemente a sottolineare come il terroir e la cura (oltre che studio) maniacale della vigna e delle uve sono sufficienti a dare grandissimi vini. Non serve nulla che non sia strettamente appartenente a ‘quel’ luogo e alle sue potenzialità, che però vanno sapute riconoscere. Facile a dirsi, molto meno a farsi, bisogna dedicargli una…
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2015 Langhe Bricco del Drago, Poderi Colla
In principio fu ‘vino da tavola’… ad averne di vini come questo in tavola ogni giorno. Lasciando (a malincuore) da parte quella che è la lunga e antichissima storia della famiglia Colla, non si può non chiedersi perché il Bricco del Drago sia così speciale da essere l’unico vino da tavola a meritare la delimitazione della zona di produzione con Decreto del Presidente della Repubblica nel 1987. Prodotto da vigne distese su questa collina dal nome ‘fantastico’, ci regala una bevuta difficile anche solo da immaginare. Il dolcetto, da bravo eroe protagonista, non ha avuto molta reticenza nel mostrarsi. Completo rosso intenso, camicia viola, giovane e bello, dolcemente profumato di…
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2010 Erbaluce di Caluso Le Chiusure, Favaro
Quando si incontra un Erbaluce come Le Chiusure arriva quella sensazione sulla pelle che ti porta a ricordare il momento in cui ci si innamora. La sua evoluzione nel tempo è in senso assoluto quella di un amore intenso, di quelli che iniziano timidamente e poi, con gli anni, raggiungono una profondità che non si arrende alle apparenze. Lei, dopo 10 anni, ancora indossa quell’abito dai colori tenui che si è di poco scurito col tempo, il suo profumo è sempre floreale e fresco, ma ora lascia una scia più intensa di ginestra e salvia. Lui, con gli anni, è diventato più romantico, gentile e dolce, ha messo da parte…
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2016 Meursault Monopole Vieux Clos, Domaine Philippe Bouzereau – Chateau de Citeaux
Sostenibilità, un termine tanto utilizzato e amato oggi. In realtà sono davvero poche le vere ‘produzioni sostenibili’. Non basta il rispetto verso natura e ambiente, serve anche quello verso gli esseri umani, tutti, perché ‘sostenibile’ deve essere anche sinonimo di qualità e salute. Philippe Bouzereau è arrivato a capo della storica azienda di famiglia nel 2006, dopo anni spesi in studio ed esperienze ‘all around the world’, una storia che conosco. Ho assaggiato più volte i vini di Chateau de Citeaux, vini che non lasciano le emozioni ai soli Cru o Monopole, ma ne regalano già nei pinot noir o chardonnay Village. Ognuno con la sua identità, che lascia trasparire…
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2018 Alò, Davide Del Gaia
Distese di erbe officinali e tabacco. La Valtiberina non è storicamente legata al vino, eppure il clima cambia e qualcuno inizia a pensare che forse, qui, ci sono le condizioni giuste per uve come lo chardonnay, ad esempio. Davide è un autoctono DOC, nato e cresciuto in campagna ad Anghiari, estremamente riservato, passa le giornate in vigna per passione oltre che lavoro. Lo conosco ormai da molti anni. ‘Alò!’, è tipicamente un termine toscano, come a dire ‘su, via!’. È anche il nome che Davide ha voluto dare a questo bianco quasi interamente prodotto con chardonnay, giusto una piccola percentuale di malvasia. Un vino estremamente bevibile, lasciato in lunga sosta…