A una serata tra amici si parlava di longevità del vino bevendo uno stanco bianco francese con sette od otto anni sulle spalle. Per longevità io intendo la capacità di un vino di durare ed evolvere nel tempo, ma soprattutto di farlo bene mantenendo qualità e piacevolezza. A un certo punto l’istrionico Christian Zanatta di Ca’ dei Zago sbotta: “Basta, adesso vi faccio vedere io la longevità”, e se ne va ritornando dopo cinque minuti con in mano una bottiglia di Montebuono annata 1996 di Lino Maga, anzi del Cavalier Lino Maga. Io, che ho il Barbacarlo nel cuore e la Croatina nel sangue, a quel punto ero già commosso. Del Cavaliere…
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2002 Barbacarlo, Azienda Agricola Lino Maga
Confesso di non essere del partito dei barbacarlisti, anzi la mia esperienza con questo vino negli anni mi ha dato più perplessità che solide motivazioni per rimetterlo in cantina per quel suo essere sulle montagne russe, per qualcuno uno spirito anarchico e contadino sinonimo di libertà ma possiamo anche parlarne. Poi stappo questo 2002, senza avere aspettative eccessive e porcaccia miseria dal primo istante è buono, ma proprio buono al punto che pensavo di essere fuori fase io, invece con quel filino di aria esce fuori subito una nota floreale , parte di genziana per andare alla viola e dopo una mezzoretta fa capo la nobile arancia rossa su base…
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2012 Brut Rosé 96 mesi, Jako Wine
Non sono un fine conoscitore di bollicine, ma a costo di sembrare presuntuoso, uno spumante italiano Metodo Classico veramente buono la so riconoscere. Quello che cerco sempre in questa tipologia è l’eleganza, puoi stupirmi e destabilizzarmi quanto vuoi con i sentori, ma quello che alla fine deve restare dopo aver vuotato il bicchiere è la classe, altrimenti è inutile, si deve pescare per forza Oltralpe. Con il Brut Rosé 2012 Metodo Classico 96 mesi di Jako Wine, sboccato nel febbraio 2019, ci siamo davvero. Un pinot nero in purezza dell’Oltrepò Pavese con un naso delicato di ribes, fragoline di bosco e melograno, in bocca teso e diritto grazie all’acidità che…
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2017 Oltrepò Pavese Noir, Tenuta Mazzolino
Insospettabilmente, i miei primi passi enoici li ho mossi in Oltrepò Pavese. Non provengo, infatti, da una famiglia di appassionati o esperti di vino. I miei parenti sono bevitori da cerimonia, stappatori della domenica. E così il mio rapporto col vino è iniziato tardi e ha preso forma concreta in terra Lombarda. È lì che sono diventata Sommelier, che ho iniziato a frequentare le prime fiere e a studiare la geografia del mondo allo stato liquido. Fra i nomi che mi riportano a quel periodo c’è sicuramente quello di Tenuta Mazzolino, che ho avuto la gioia di rincontrare virtualmente qualche giorno fa in occasione di un tasting guidato dall’enologo Stefano…