Anteprima Cornole, frazione Farigliano, che per Fausto è il meglio del meglio e anche per me perché da quelle parti una vigna porta ancora il nome di una mia prozia (vigneto “Maestra”). Vendemmia a metà settembre. Quindici giorni di fermentazione in due vasche. Il mosto di una delle due viene trasferito nell’altra sino a colmarla: cappello sommerso steccato e le vinacce rimangono sotto per altri quindici giorni (come si fa anche per il barolo). Legno di rovere da 25 ettolitri francese di “Gamba” per un anno. Bottiglia per altri 3 anni e mezzo. Dove il mezzo si concluderà a dicembre. 14,5 gradi alcolici. Uno di quei dolcetto che si spera.…
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2018 Dogliani Otto Filari, Eraldo Revelli
Lo devo ammettere, ma all’azienda “Eraldo Revelli” di Farigliano sono affezionato: perché sono del paese di mio nonno in cui ho passato diverse stagioni estive dall’infanzia alla piena maturità vinosa, perché sono in un posto bellissimo, perché conosco Claudia e il padre e perché mi hanno raccontato che lo zio, se non sbaglio il grado di parentela, quando era un bimbetto durante il periodo di guerra tirò un calcio negli stinchi ad un soldato tedesco. Infine, ma non per ultimo, per il vino. Il dolcetto è il vino aziendale, perché il dolcetto è Dogliani: questo “Otto Filari” viene da filari giovani a 470 m s.l.m. E, come per i filari…
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2017 Dogliani Maestra, Gillardi
Se tutti i vini non sono dei vini qualunque, questo, almeno per me, lo è ancora di meno. La vigna “Maestra”, da dove prende il nome questo vino, apparteneva alla famiglia di mio nonno e la maestra, tale di mestiere, era la zia “Ginota” che di nome faceva Teresa. In casa Gillardi è uno dei vini più semplici, a suo modo: non fa nulla se non acciaio, di ottimo corpo con gradazioni che si spingono oramai ai 14.5%. Prende il primo frutto dell’estate, quello ancora caldo di more e di prugne. Ammandorlato nello sfondo, ampio e avvolgente è sostenuto da un’impalcatura tannica di tutto rispetto. Qua sotto mi tocca mettere…
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2005 Dogliani, San Fereolo
Aspetta: quando l’ha imbottigliato? Ieri? Possibile che ‘sto 2005 abbia ancora un colore così cupo, melanzanoso? Se poi vai a vedere il bordo, col microscopio, c’è allora il colore un po’ (un po’) granato. Vabbè sentiamo il naso: c’è la frutta rossa sotto spirito, l’amarena, il pepe e il legno, l’arancia sanguinella forse, ma sai come vanno queste cose, a forza di fare olfazioni uno ha le allucinazioni. In bocca ha succo e tannini, una specie di forza calma. Resta a lungo. Ecco, resta a lungo in bocca e nella memoria. Dopo mezza giornata che l’hai bevuto ci pensi ancora e ti dici: ma guarda questo. Pazzesco, un dolcetto di…