Nella maggior parte dei siti in rete in cui si menziona Andrea Calek troverete la parola “ribelle”, lui è originario della Repubblica Ceca ma dopo tanto vagabondare si è stabilito in Ardèche a Valvignères. Siamo stati lo scorso anno in agosto in visita da lui e la sua compagna: giornata calda non quanto l’accoglienza, piuttosto spicciola e annoiata, poche parole e facce irritate. Il pensiero comune fa percepire che sia un provocatore, uno che esagera; saltano fuori t-shirt con su scritto: “Don’t stop tasting animals” o svastiche allo spray . Agent provocateur o false flag del movimento naturale? o solo paura di non esser visti, di essere esclusi e ribaltare le regole del gioco?
Si propone certamente in stile post rustico, irritante e geniale: tavoli arrugginiti, auto dismesse, baracca di legno e lamiere in mezzo a bucoliche vigne e ancora lei la roulotte. Simile alla velocità e spezzature del punk, uno scenario che provoca suoni grezzi, sequenze oniriche e funghi magici, come a rifuggire i demoni delle apparenze, le inerzie esistenziali e le facce borghesi da like.
Al netto delle polemiche e delle provocazioni (come se bere vino di un vignaiolo del “gruppo Gramsci”, possa costringermi a chiamare tutti “compagni”, o se stappare le bocce di una persona che la mattina saluta il cane col braccio teso possa rendermi razzista o misogino) bisogna poi in fin dei conti parlare del suo vino.
“Pénultième” è un uvaggio di merlot, syrah e viognier in stile ardéchoise: fermentazione spontanea in semi carbonica con soli lieviti indigeni, macerazione di un mese e affinamento in botti di rovere. Non filtrato, non chiarificato e nessuna aggiunta di solfiti all’imbottigliamento. Il rosso porpora con accenni violacei, convalida un intenso profumo di gelsi e cassis con ritorni balsamici di ginepro e pino. È ematico e dalla fine trama tannica, entra succoso e rotondo coprendo tutto il palato in un sorso suadente. Si comporta bene al centro bocca, restando compatto e sorreggendo un pasto succulento e dai sapori decisi. Sul finale, una seppur piacevole astringenza ne smorza parzialmente la lunghezza, cedendogli quel velo terroso e rustico che accompagna come un marchio di fabbrica molti dei vini di Calek. Vino che sa viaggiare in profondità.
Le Village, 07400 Valvignères, France
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TORTORA [14/07/21] - 8.9/10
8.9/10
Buongiorno a volte non capisco se le tue son recensioni o provocazioni…perche’ sia in questo caso che nel caso dei castagnucoli i vini in questione sono per me cosi” difettati che se li facessi io cambierei mestiere seduta stante…per cui veramente e sinceramente non capisco
Ciao Littlewood 😅 non conosco la tua “sensibilità” in merito alla degustazione di vini artigianali (e di vini in generale) e onestamente non hai spiegato il motivo per cui il vino in questione non è di tuo gradimento, sarebbe stato più istruttivo il confronto, quindi sono io a non capire il tuo commento. Per rispondere in modo diretto alla tua insinuazione su una presunta mia provocazione: perché mai dovrei? Quello che penso in merito al vino postato l’ho già scritto. Per i vini di Castagnucoli ne ho assaggiati altri non sempre di mio gradimento, quindi mi limito a descrivere le bottiglie aperte e qui postate.