Siamo proprio sicuri che l’elisir dell’eterna giovinezza non esista? In Medoc, Château Margaux, ci nasconde sicuramente qualcosa.
Il tappo perfettamente integro e profumato alza immediatamente le aspettative. Non delude neanche il colore del liquido: intenso e impenetrabile ma di un rosso ancora vivo e sanguigno. Le prime olfazioni restituiscono un profilo chiuso e contratto; del resto, dopo 55 anni in bottiglia è difficile chiedere di più!
Ma bastano poche decine di minuti e il suo carattere classico si rivela schietto: ribes nero, more, arriva poi la grafite, il tabacco. Qualche istante dopo note profonde di sottobosco e cuoio incedono audaci a rafforzarne austerità e complessità. In bocca entra pieno, potente, carnoso. Il lungo riposo gli ha conferito rotondità e pregiati tannini di seta; il bouquet di spezie è ricco: chiodi di garofano, vaniglia, pepe bianco; finale interminabile a richiamare menta selvatica e pallidi sentori di cedro. Stupisce ancora l’intima sintonia tra freschezza e concentrazione, senza dubbio appannaggio di un grande terroir.
Denso, elegante, generoso.
Pugno di ferro in un guanto di velluto.

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CHECCHI [08/04/21] - 9.4/10
9.4/10