Non credo di dover consultare testi di storia della vitivinicoltura per affermare che il territorio di Orvieto è tra quelli, in Italia, che vantano una tradizione tra le più antiche e illustri, sebbene oggi fatichi a riemergere dall’ombra in cui è ingiustamente finito. Parlo di un territorio, per chi non lo sapesse, che ha espresso per anni i migliori vini bianchi del Paese.
La cantina Palazzone è autorevole rappresentante e prosecutrice di gran livello di quella tradizione. Il vino che qui propongo non è l’Orvieto di punta dell’azienda ed è concepito per arrivare nei calici senza un affinamento in cantina, dopo la vinificazione per venti giorni in acciaio inox, a temperatura controllata. È sicuramente merito della qualità della materia prima, unita alla vocazione, come già detto, storicamente certificata del territorio di Orvieto, se il Terre Vineate di Palazzone ha un suo piglio autorevole e deciso che non lo fa sfigurare a confronto con gli altri Orvieto dell’azienda. Aggiungerei che andrebbe rivalutato anche per la sua tenuta nel tempo: l’esemplare di cui parlo è del 2017 ed è la dimostrazione, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che un vino bianco sapientemente concepito può sfidare gli anni che passano, riuscendo anche a migliorare grazie ad essi. Al naso il Terre Vineate esibisce profumi austeri e il frutto maturo, tropicale, la fa da padrone, con qualche accenno ancora vivo di fiori bianchi e note ammandorlate; si insinuano, infine, sensazioni di fieno ed erbe aromatiche ed emerge insistente un profumo di polvere di minerale. In bocca si conferma il percorso prossimo alla maturità, ma con ancora margine per un’ulteriore evoluzione: il sorso è, infatti, morbido, succoso, denso, con infiltrazioni più affilate di natura erbacea, sapida e sottilmente acidula che assicurano ancora equilibrio. Il retrogusto è lungo e persistente, da gran vino.
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FIRMANI [07/04/21] - 8.6/10
8.6/10
Aperto l’altro ieri, sempre 2017.
Il 2017 già non è giovane (il carattere, la sapidità, l’acidità son già distinte e marcate), ma son d’accordo che potrebbe attendere ancora per guadagnarci in morbidezza e struttura.
Penso lo riprenderò, magari assieme ad un 2018, ed avrò più pazienza.
Aggiungo una nota, a parer mio importante: il prezzo, fantastico.
(Ps ho visto in enoteca bottiglie sino al 2004 che si addentrano verso un aranciato ammaliante; secondo lui le sue bottiglie di Terre Vineate hanno una longevità che lascia sorpresi).