Come un rosso “di rango” questa bottiglia di Cerasuolo d’Abruzzo esce dalla cantina a quasi due anni dalla vendemmia, dopo un adeguato affinamento, prima in acciaio e poi in vetro. Viene prodotto con una tecnica piuttosto curiosa: una sorta di taglio tra una vinificazione in bianco e una in rosso, che viene fatto circa a metà della fermentazione delle due masse.
Guardando nel bicchiere il suo colore rubino scarico si intuisce che cerasuolo, in questo caso, è un termine quanto mai azzeccato.
Leggera chiusura iniziale al naso, che garantisce sulla sua lunga vita. Appena (e ci mettono poco…) spariscono le note riduttive il vino, perfettamente aperto, comincia a regalare profumi ampi e articolati. Il frutto fresco si fa spazio con lentezza ma con inesorabile profondità: dopo qualche minuto l’olfatto è invaso da un cesto di frutti rossi appena colti, soprattutto di gustose fragoline di bosco. Cresce poi una nota leggermente fumè e un finale terroso, con fini inserti di fiori secchi.
Entra in bocca in sourplace, in punta di piedi e con soave leggerezza, quindi il passo diventa quello di un alpino in montagna: fermo, costante, ritmato, senza mai perdere eleganza e leggerezza. Per certi versi sembra danzare sulle punte, anche se non si è mai visto, in un sentiero di montagna, un alpino danzare sulle punte.
Riempie di gusto il palato e di gioia il cuore e la mente. Se non fosse (in etichetta e nei documenti ufficiali) un Cerasuolo si potrebbe annoverare tra i grandi rossi d’Abruzzo.

67025 Madonna del Piano AQ
Telefono: 0862 954252
-
GIAVEDONI [02/02/21] - 9.2/10
9.2/10
Summary
Come un rosso “di rango” questa bottiglia di Cerasuolo d’Abruzzo esce dalla cantina a quasi due anni dalla vendemmia, dopo un adeguato affinamento, prima in acciaio e poi in vetro. Viene prodotto con una tecnica piuttosto curiosa: una sorta di taglio tra una vinificazione in bianco e una in rosso, che viene fatto circa a metà della fermentazione delle due masse. Guardando nel bicchiere il suo colore rubino scarico si intuisce che cerasuolo, in questo caso, è un termine quanto mai azzeccato. Leggera chiusura iniziale al naso, che garantisce sulla sua lunga vita. Appena (e ci mettono poco…) spariscono le note riduttive il vino, perfettamente aperto, comincia a regalare profumi ampi e articolati. Il frutto fresco si fa spazio con lentezza ma con inesorabile profondità: dopo qualche minuto l’olfatto è invaso da un cesto di frutti rossi appena colti, soprattutto di gustose fragoline di bosco. Cresce poi una nota leggermente fumè e un finale terroso, con fini inserti di fiori secchi. Entra in bocca in sourplace, in punta di piedi e con soave leggerezza, quindi il passo diventa quello di un alpino in montagna: fermo, costante, ritmato, senza mai perdere eleganza e leggerezza. Per certi versi sembra danzare sulle punte, anche se non si è mai visto, in un sentiero di montagna, un alpino danzare sulle punte. Riempie di gusto il palato e di gioia il cuore e la mente. Se non fosse (in etichetta e nei documenti ufficiali) un Cerasuolo si potrebbe annoverare tra i grandi rossi d’Abruzzo.