Ogni tanto mi capita di prendere in mano una bottiglia/madeleine la cui etichetta rievoca una cascata di ricordi. Così va con il Chianti Rufina 2002 di Andrea Zanfei e Valentina Baldini Libri. Lui: trentino, colto, risoluto ma estremamente gioviale quando raccontava del piacere e della fatica di fare vino. Con sua moglie presero in mano nel 1997 le sorti della tenuta di Massimiliano, padre di Valentina. Il primo passo fu di seguire i dettami dell’agricoltura biologica e i riti della biodinamica. La prima annata del loro Chianti Rufina recava 2000 in etichetta. Due anni dopo, con un clima poco benevolo, ricavarono un rosso che in gioventù aveva la tessitura e la granulosità di alcuni tessuti artigianali, ancora magari da sgrossare nella trama ma di assoluto pregio. Oggi il bicchiere rende cromatismi granata pigmentati d’un pulviscolo aranciato, come in una nuvola di polvere del deserto. L’apparenza inganna: il naso, dopo un’iniziale ritrosia riduttiva, si apre ai sentori più intimi del sangiovese (che qui arriva al 90% lasciando la quota residua al canaiolo) che fa sbocciare un bouquet di fiori appassiti, terriccio, una sfumatura di liquirizia che presto gira su tratti freschi, balsamici di aghi di pino; il sorso è stretto, piuttosto lungo, piastrellato da un’acidità oramai docile e tannini mansueti. Il finale fa emergere un che di violetta e una mineralità scura (s’immagini, chi abbia in uggia il termine, il dare un colpo di lingua alla punta della matita. Un concetto semplice, didattico, da scuola sommelier).
Andrea non c’è più, se n’è andato nel Febbraio del 2018. Non so se avrebbe gradito panegirici. Non credo. Probabilmente gli sarebbe bastato sapere il suo vino descritto da concetti quali grazia, leggerezza, bevibilità. Un largo sorriso sarebbe apparso sul suo viso rubicondo.

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RASTELLI [27/04/20] - 8.5/10
8.5/10
Mai bevuto Cerreto Libri, lo so, devo rimediare al più presto. Belle, belle le tue parole alla fine.
Grazie, Vittorio.
Ora non sarà semplice trovare il Chianti Rufina. L’azienda non lo imbottiglia più come DOCG dal 2011 (ultima annata 2010) per vecchie beghe legate alle commissioni d’assaggio imposte dal sistema delle DO. Dovresti trovare il Liber, un Toscana IGT che ne replica le mosse. Liber, ossia “libero di agire” come piaceva ad Andrea.
Mi commuovo al pensiero di quell’uomo bonario. Perdita non ancora metabolizzata.
Grazie per averlo ricordato