Le uve provengono anche da piante dinosauro, si parla di 110 anni e tanta tenacia, talmente tanta da voler produrre grappoli molto più piccoli rispetto la media, ma qualitativamente senza pari. Le caratteristiche del terreno morenico rendono le uve capaci di dare un vino con potenziale di invecchiamento; a confutare questa caratteristica, una piccola verticale di confronto conclusa con una 05 ancora vivida e succosa.Questa 2018 è buona. Ricca di ciliegia, mara de bois, ribes e lamponi su un tappeto leggermente balsamico; sfumature vegetali e una vena iodata che rende il sorso ancora più invitante. Forse questo vino è tutto questo, o forse mi sono lasciata ammaliare dall’etichetta indimenticabile, opera…
-
-
2018 Alto Adige St. Magdalner Classico Heilmann, Mayr Unterganzner
Un vero body builder. Dimentichiamo la Santa Maddalena ballerina di danza classica e buttiamoci nel mischione con questo lottatore dalle spalle larghe. Profumi spinti, odore di legno bagnato, il medesimo che si respira quando le barriques sono lavate in attesa di un riutilizzo. Diverte questo vino tutta forza e muscoloni, dove la frutta è scura e sfacciata e il legno sventaglia spezie senza pudore. Serve tempo per capire che direzione prenderà.
-
2019 Alto Adige St. Magdalener Classico, Pfannenstielhof
Purista dalla mano chirurgica, Santa Maddalena dal 95% di schiava e rimanente lagrein allevati con la classica pergola trentina. Il lagrein serve a modellare i fianchi alla schiava; il risultato è un vino molto delineato, che si potrebbe definire elegante. Il colore è bello vivido, con le sfumature rubino brillanti che ci si aspetta di trovare. All’olfatto predomina la schiava con le sue spigolosità, alternate da profumi di frutta più dolce come la prugna e la ciliegia nera matura da Schwarzwälder Kirschtorte: il saldo di lagrein che ammorbidisce l’acidità e stonda gli spigoli.
-
s. a. Blanc de Rouge Metodo Classico, Hartmann Donà
Questo è uno spumante ottenuto da uve vernatsch in purezza. Ed effettivamente, nonostante la vinificazione in bianco, i profumi sono precisamente quelli della schiava. Il riposo sui lieviti varia a seconda della necessità: 24 o 36, purché non sovrastino i profumi di frutta rossa – in questo caso acidula – della schiava. Una bevuta allegra, pulita come vuole lo stile del produttore; dopo tanti morsi di frutta a bacca piccola il sorso si chiude con un finale leggermente amarognolo come schiava impone. Nulla di impegnativo qui conta la leggerezza, compreso la vivacità della bolla quasi rustica.
-
2019 Alto Adige Kalterersee classico superiore Quintessenz, Cantina Kaltern
Vernatsch che cresce sulle alture che si affacciano lungo il lago di Caldaro, si perdono le note di piccoli frutti rossi canditi per lasciare posto a frutta a buccia più scura, sensibilmente matura, che dà rotondità alla beva. Venature vegetali si alternano a note di prugna e marasca, il corpo si alleggerisce un po’.
-
2019 Alto Adige Meranese Scickenburg, Cantina Meran
Da terreni argillosi, schiava dai profumi brillanti e dalla beva semplice. Molto semplice nella definizione del frutto di bosco acidulo: ribes rossi, lamponi, qualche accenno floreale di viola e fiori d’arancio, in bocca non lascia sorprese e si lascia bere con agilità sorprendente. Disimpegno e facilità di presa, sorsi lunghi e snelli tenuti da una vena leggermente salata che disseta.
-
2018 Alto Adige Kalterersee Classico Superiore Kalkofen, Baron Di Pauli
Le vigne sono allevate a circa 350 metri su di un suolo misto tra argilla, calcare e porfido; le uve prodotte risentono del maggiore calore (si ricordi che la schiava ha bisogno di caldo), perciò maturano più precocemente. Tutto questo il bicchiere ce lo restituisce con colori che virano leggermente al mattone, perdendo cioè quel rosso rubino tipico che lo caratterizza insieme a certi profumi squillanti. Il bouquet è comunque fresco, leggermente balsamico mentre il sorso rimane teso e dai tannini piacevolmente appuntiti.
-
2019 Alto Adige Turmhof, Tiefenbrunner
Tappo a vite, schiava di altura che si presenta leggermente ridotta perché nelle operazioni in cantina l’uso della solforosa è minimo. Appena si apre al naso, ecco i profumi di frutta rossa croccante uscire sguaiati dal calice. Il sorso è leggermente polveroso ma appaga, si allunga su tutta la lingua solleticando un’acidità che non sovrasta la polpa del frutto.
-
2019 Vigna Kristplonerhof, Rottensteiner
Vernatsch ottenuta da un unico vigneto proprio sopra Bolzano, a 500 metri circa di altezza.Le caratteristiche che ci si aspetta da una schiava sono tutte belle definite al naso e nel sorso, a partire dalla freschezza e dalla vigoria dei piccoli frutti rossi aciduli, profumatissimi, per finire con la sfumatura leggermente ammandorlata in chiusura. Un vino semplice ma dalla sua dignitosissima struttura, che si colloca preciso nella tradizione quotidiana altoatesina. Brillante e ben fatto.
-
2019 Liquid Stone Granit, Hartmann Donà
Il secondo nato della linea Liquid Stone, è prodotto con uve di vecchie viti allevate su terreni granitici. Stesso metodo di vinificazione del coevo Dolomit, il terreno differente conferisce al vino una tensione e una vena nervosa che l’altro non ha. Il colore del Granit virano denotano gioventù vista l’unghia leggermente purpurea che si staglia nel calice; i profumi sono molto più intensi del fratello dolomitico, e sottolineano la croccantezza del frutto di bosco non pienamente maturo. Una vena salina percorre il sorso teso e focoso. Singolarmente più espressivo del fratello fatto con uve dolomitiche.