Dalla Winecircus di Roberto Cipresso un progetto che prende al balzo alcune istanze di sostenibilità, coraggio e lotta allo spreco partendo dallo scarto delle uve di sangiovese a Montalcino. I diradamenti agostani lasciano sul campo tanta uva di buona qualità con acidità interessante e grazie al climate change anche in buono stato di maturazione e qualche traccia di aromi. Questa bollicina da sangiovese, spumantizzata con metodo Martinotti, è un vino semplice, soffuso e diretto con note di lampone, fragola e guava piccante, è saporito e piuttosto fine. Si beve con leggerezza, quella che ci vuole adesso.
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2005 Brunello di Montalcino, Conti Costanti
Un produttore di cui amo l’austerità, in un’annata bizzarra e tardiva, come la 2005, è capace di far sfoderare al suo vino una dolcezza varietale strabiliante. Il lavoro del tempo ha cesellato aromi gentili di caramelle alla violetta e di confettura alle fragoline di bosco. Un velo ancora più gourmand è assicurato da profumi di pomodorini confit e caldarroste. Un refolo di erbe aromatiche e radici chiude la sniffata e bussa alla gola. Il passaggio gustativo non cambia tinta, regalando la consueta pienezza strutturale che, in questo assaggio, è resa accessibile dalla freschezza, ancora accesa per illuminare la retta via.
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2012 Sangiovese Case Basse, Gianfranco Soldera
Per una congiuntura astrale favorevole*, negli ultimi anni ho avuto la fortuna di trascorrere del tempo con Gianfranco Soldera e di bere spesso i suoi vini. Visite in cantina, cene e seminari: situazioni che l’indole forte (eufemismo) del broker assicurativo di Milano (nato a Treviso) non rendeva mai banali o dall’esito scontato. Poteva succedere di tutto in qualsiasi momento, non le mandava di certo a dire: bastava una domanda un po’ storta per far saltar fuori la spigolosità dell’uomo che aveva deciso, alla fine degli anni Sessanta, di produrre “il vino più buono al mondo” (sì, era una persona anche umile). Non saprei come un vino possa essere definito tale,…
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2015 Brunello di Montalcino, Albatreti
Susine mature, lamponi e dolcezza molto pronunciata, bocca con confettura e amarene, spezie e cacao, saporito e piccante anche il sorso di bellissima lunghezza e armonia , un piccolo gioiello.
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2011 Rosso di Montalcino, Ventolaio
Nella sua decade, l’annata 2011 a Montalcino vinse di un’incollatura sulla 2014 il grand prix della freddezza collettiva, schiacciata come fu tra i fasti della 2010 e le promesse della 2012. Un post-orgasmic chill. Per di più fornì all’arco di critici annoiati e punteggisti la freccia delle vampate che la surriscaldarono in più passaggi, causando non poche difficoltà ai produttori. Ciò detto: che noia, il giudizio a priori su annate piccole e grandi, facili e difficili. Il bilancino e il misurino. Tant’è che a me la 2011 finì per essere simpatica. Lei ripagò la mia simpatia con alcuni assaggi strabilianti – tra gli altri la Riserva delle Potazzine, quella di…
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2013 Rosso di Montalcino Poggio Cerrino (Rosso), Tiezzi
Il Podere Cerrino dà ai Tiezzi il Rosso e un Brunello e lo trovate così: scendete per Traversa dei Monti, dopo la Tamoil c’è la rotatoria, se siete in riserva fermatevi perché il benzinaio successivo è giù sulla Cassia, prendete la seconda uscita e procedete due chilometri. Se non fate benzina alla Tamoil di Traversa dei Monti e non avete idea di cosa stia dicendo, allora il Cerrino è a circa tre chilometri dalla Fortezza e 350 metri sul livello del mare, in direzione Nord-Est lungo la Strada Provinciale del Brunello. Un climat a sé, in barba alle idee di zonazione da righello e Congresso di Berlino. Questo è il…