A giocare con lo chardonnay il rischio è di bruciarsi. Con la barrique poi, capirai: si aggiunge l’azzardo di infilare in bottiglia un estratto di pop corn burro e vaniglia, indubbiamente poco attraente. Questo se un incapace come me si azzardasse a metterci le mani. Poi, fortunatamente, ci sono vignaioli come Paolo e Noemia D’Amico, che quando decisero di vinificare uno chardonnay con affinamento in barrique, possedevano un’idea solida: uva e territorio dovevano valorizzarsi a vicenda. Le viti sono a dimora in quel di Vaiano, nell’alta valle del Tevere. Lì, nella Tuscia che sfiora l’Umbria, ci sono argille e sabbie, che qualche metro più a ovest dell’azienda danno origine ai…