2017, il fiore è andato, ma il frutto ora è proprio bello: ciliegia matura e lampone su registri di maturità interessanti, pepe, rosmarino, ginepro; in bocca cambia la bevibilità e sale la tensione, tannini fusi ed alcol al suo posto, allunga anche di sapidità, per me la bottiglia più bella del lotto composto da 2019-2018-2017-2016-2015.
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Rosé Brut, Cantina Pegoraro
Rosè ottenuto da uve tai rosso, vinificato con metodo Martinotti. Goloso/fragoloso con una stuzzicante gestione del tannino e degli zuccheri residui. Gran beva, un vino “furbo” che fa il suo lavoro bene e che direi è abbastanza eclettico pur restando nella sua dimensione. nota a margine, astenersi chi cerca le lame affilatissime o le bocche ghiaiose, quà si beve un bicchiere edonistico, non cerebrale.
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2016 Colli Berici Tai Rosso, Cantina Pegoraro
2016, la curva di crescita inizia a appiattirsi, ed è una bella lotta col ’17. Parte quasi dolce con una rosa appassita e un tratto che ricorda la camomilla, per poi allungare di fragolona molto matura e ciliegia scura; sullo sfondo abbiamo una trasformazione della spezia verso toni più dolci e quasi animali, la bocca ha una buona pressione, ma stacca dalla ’17 per questa dolcezza data dalla terziarizzazione che lo rende estremamente fascinoso, bello, parliamone.