“Il ritrovamento di antiche anfore romaniche nei nostri siti, ci ha portato a recuperare questo ancestrale metodo di vinificazione, già citato nei testi di Plinio”, così recita la retro etichetta. Due le cose da dire, oltre a quella virgola tra soggetto e verbo che stride così tanto sulla lavagna. La prima è che sarebbe stato più onesto far finta di niente, non citare presunte testimonianza romane (non romaniche, che vuol dire proprio altro) per giustificare l’ennesimo vino lasciato maturare all’interno del contenitore che più è riuscito a tornare in auge agli ultimi anni. Ah, le anfore, non c’è produttore o quasi che non ci si sia buttato a pesce. La…
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2016 Tullum Rosso, Feudo Antico
Molto invitante sul ribes, sulla ciliegia, con una punta di inchiostro e una di vaniglia, quest’ultima destinata a svanire con il passare delle ore. È assaggio succoso, invitante, dal tannino definito e setoso, che denota una certa ambizione e che invita al riassaggio grazie anche a una freschezza non banale, che ben delinea la struttura di rosso tutt’altro che esile.
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Tullum Pecorino 2019, Feudo Antico
Colore ricco, naso molto bello sull’agrume e più in generale sul tropicale (papaya, mandarino, ananas) non senza un soffio minerale. Pieno, appagante, con un tocco salino a impreziosire un’acidità di sicuro interesse, perfetta per sostenere un corpo tutt’altro che esile, morbido ma non molle. Finale sul frutto, funziona.