Bello succoso, con persistenza floreale, molti fiori, un vivaio di fiori erbe mediterranee e tanta arancia, ma c’è di più. Qualcosa che sfugge e che forse non dovrebbe stare in questo calice, un profumo che rimanda ad un moscato; non dovrebbe esserci, dicevo, eppure ci sta e non stona affatto. Piedirosso fatto bene, polposo ma dalla classica acidità spigolosa. Forse è un vino più intenso di quanto si richieda per la sua natura agile, ma è questa intensità che si distende in bocca che fa la differenza.
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2017 Vigna delle Volpi, Agnanum
Profumi pieni e seducenti di fiori leggermente appassiti erbe mediterranee, timo e origano e frutta a buccia scura, ciliegie nere e prugne, intervallati da refoli iodati fumosi e piccanti che spingono immantinente all’assaggio che rivela un vino squillante; effettivamente in bocca c’è un rimando piacevole e preciso di quello che ci si aspetta dall’analisi olfattiva, ovvero un vino di promesse mantenute. Molto aroma, si riconosce la cifra di Raffaele Moccia che fa vini pieni di estro pur non rispettando l’esecuzione didattica del piedirosso, tutto acidità e frutta rossa croccantina. Non è un vino per puristi.
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2019 Falanghina Sabbia Vulcanica, Agnanum
Naso profumatissimo di fiori gialli e sentori vinosi, poi vien fuori anche la frutta come la mela. In bocca risulta teso e vibrante, con un finale sapido e appagante.
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2019 Falanghina Campi Flegrei, Agnanum
Bis di Raffaele Moccia con una falanghina più ricca, più materica, forse anche più alcolica che piace a palati più abituati alla struttura. In bocca però rimane fresca anche grazie a note erbacee.