Una lieve affumicatura e il consueto soffio vagamente sulfureo soffondono un quadro sontuoso di scorza di cedro, albicocca fresca, vaniglia e petali bianchi. Bocca soave, cremosa ma pur sempre tesa, viva; infatti il sorso è energico, succulento, piacevolmente sapido, quasi salato e la corrente alcolica ne espande il respiro.
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2004 Meursault-Caillerets Premier Cru, J.-F. Coche-Dury
È teatrale il Meursault-Caillerets 2004 di Coche-Dury. Un olfatto imponente, ampio, che richiama il burro d’alpeggio, il rovere tostato, la pietra focaia, i toni lievemente sulfurei così frequenti nei Meursault, e ancora il distillato di malto, il chicco di caffè verde, l’albicocca appena accennata. È travolgente nel sapore: un frutto coriaceo di mela annurca, roccioso, sapido, di burro salato, al limite della sopraffazione tanto è deciso. Dà quasi una sensazione di masticabilità, eppure è dinamico, energico, succoso. Un vino immenso.
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2007 Meursault, J.-F. Coche-Dury
È una lama affilatissima il Meursault 2007 di Coche-Dury, una luce abbagliante, una brezza gelida. L’acidità portentosa non congela il sorso però, che invece vibra come una corda di violino, generoso di succo agrumato e roccia silicea: un infuso di pietra focaia, acqua di fonte, lime e limone verde. La frustata dell’acido è temperata dalla carezza del frutto e i brividi corrono sulla pelle, rendendo la deglutizione un’avventura di piacere purissimo.
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2012 Meursault-Perrières Premier Cru, Domaine Coche-Dury C.&R. Coche
Un fruscio di erbe di campo e muschio fresco. Arioso, sussurrato e seducente: lievi accenni di albicocca acerba, banana verde, menta, salvia, buccia di lime e finocchio selvatico si rincorrono sul basso continuo delle note rocciose. In bocca è infiltrante, succoso ed energico; l’acidità viva favorisce la salivazione e il contrasto minerale scandisce il passaggio nel cavo orale, rendendo questo liquido sovrannaturale saporito e dissetante. Non ricordo un bianco più buono di questo.
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2018 Mersault Premiere Cru Poruzot, Remoissenet Père et Fils
Una lama fruttata e di pietra focaia, zest burro senape talco gesso menta e noci, spinge e accarezza sostenendosi di grinta energia calore e sensazioni sontuose e tanta sapidità marina, pompelmo canditi pepe, uno spettacolo adesso, una meraviglia tra qualche anno. Remoissenet Père et Fils 20 Rue Eugène Spuller, 21200 Beaune, Francia
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2016 Meursault Monopole Vieux Clos, Domaine Philippe Bouzereau – Chateau de Citeaux
Sostenibilità, un termine tanto utilizzato e amato oggi. In realtà sono davvero poche le vere ‘produzioni sostenibili’. Non basta il rispetto verso natura e ambiente, serve anche quello verso gli esseri umani, tutti, perché ‘sostenibile’ deve essere anche sinonimo di qualità e salute. Philippe Bouzereau è arrivato a capo della storica azienda di famiglia nel 2006, dopo anni spesi in studio ed esperienze ‘all around the world’, una storia che conosco. Ho assaggiato più volte i vini di Chateau de Citeaux, vini che non lasciano le emozioni ai soli Cru o Monopole, ma ne regalano già nei pinot noir o chardonnay Village. Ognuno con la sua identità, che lascia trasparire…
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2015 Meursault Les Tillets, Patrick Javillier
Parto mettendo in tavola le carte: i vini di Javillier mi piacciono molto perché li trovo mediamente buoni e non devo vendere un rene per acquistarli in enoteca.Con questa premessa doverosa, ho deciso che non c’era bisogno di aspettare un’occasione speciale per stappare Les Tillets: una coda di rospo cucinata con le mie manine sante e consumata in solitaria.Prodotto con uve provenienti da viti che vanno dai 30 ai 70 anni, questo vino coniuga l’agilità di beva ed eleganza, nonostante l’età relativamente giovane della bottiglia. Attacco austero ma non troppo, gli basta un po’ di confidenza per aprirsi a profumi di agrumi, fieno e accenni di spezie; senza fare l’elenco…