È godibilissimo l’Ardy ( pronuncia Ardì ) di Cascina Melognis; un blend inusuale di Barbera (70%) e Chatus. Le note scure di bacche di sambuco e sottobosco sono contrappuntate da richiami erbacei più luminosi come felci e menta, cui soffondono note di mora, susina e durone. Al palato è croccante e sapido, energico e reattivo; infiltra il cavo orale con il suo tatto lievemente “buccioso” e la deglutizione appaga con i ritorni mentolati e rinfrescanti di erbe alpine.
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2019 Divicaroli, Cascina Melognis
Il cairo torinese o pelaverga di Saluzzo, da non confondere con il pelaverga di Verduno, viene lodato dal G. Battista Croce nel 1600, che spiega come “meglio dir si potria caro per la bontà sua; è uva grande, ha grani grossi ben coloriti, di scorza dura, la rappa rossa…, fa buoni vini e delicati.” (Della eccellenza e diversità de i vini, che nella montagna di Torino si fanno, e del modo di farli). Il Divicaroli, pelaverga grosso al 100%, fermenta allegramente e di sponte sua per circa una settimana sotto i 20 gradi in modo da permette al nascente vino, rubino scarico, di mantenere le sue fragranze floreali, di viola,…
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2017 Nerantich Colline Saluzzesi Chatus, Tomatis
Ed ora signore e signori ecco a voi un vino dotato di una certa zerghitudine. Introducendo con questo un descrittore desueto usato da Veronelli e da chi se lo ricorda, per dire di un vino con un carattere spiccato, forse caratterino, ecco meglio: caratteraccio. Comunque un termine che potrete usare quando assaggiate con gli amici per fargli dire “eh? Ma che ca.. vuol dire?” – vuol dire un po’ quelle robe là. Il colore parte bene, moolto (due o) concentrato, naso fittissimo di frutta nera, e pepe, e viola, e comunque zerghitudine. Bocca corrispondente, con tannini molto fieri, anzi un po’ tracotanti, ma al diavolo si fa perdonare, hai presente…