Ma quanti profumi invitanti dentro il calice, questo è un vino che gioca molto bene nel campionato in cui si trova grazie alla incredibile facilità di beva, freschezza e allegria. Nonostante il carattere semplice tutto fruttini rossi arie mentolate e guizzi salini, se il prezzo finale di questo vino è giusto questo non lasciamocelo scappare perché questa è una bottiglia da bere in spensieratezza in tutti i sensi.
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2018 Campi Flegrei Piedirosso Settevulcani, Salvatore Martusciello
Fragrante e profumato, in bocca perde un po’ delle promesse suggerite all’olfatto. Scarno di polpa, è un piedirosso che gioca in sottrazione spingendo con prepotenza tutta l’acidità di cui questo vino è capace, restituendo un sorso magro e asciutto. Per gli amanti del genere skinny, è una bevuta di grande soddisfazione.
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2014 Campi Flegrei Piedirosso Vigna Madre, La Sibilla
Mi avevano sorpreso qualche anno fa con la Falanghina Cruna DeLago, mi impressionano oggi con questo piedirosso che sa di piedirosso nonostante gli annetti che pesano sul groppone. Vivido e vibrante, squilla al naso e in bocca scoppiano petardi tanto è vivace, pieno di frutta rossa che scrocchia incastonata in una armatura di acidità tutta scalette e spigoli, e per questi motivi lo trovo molto buono e molto caratteristico.
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2016 Campi Flegrei Piedirosso Tenuta Camaldoli, Cantine Degli Astroni
Al naso si ha l’impressione di avere a che fare con un vino anzianotto, con la giusta concentrazione non fatico a trovare addirittura sentori di goudron e una vena di ossidazione da ultimi colpi di coda; sembra più anziano degli anni dichiarati in carta d’identità. Forse si tratta di una bottiglia mal conservata, perché una terziarizzazione così spinta e la deriva chiaramente ossidativa non si spiegano.
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2019 Falanghina Campi Flegrei, Agnanum
Bis di Raffaele Moccia con una falanghina più ricca, più materica, forse anche più alcolica che piace a palati più abituati alla struttura. In bocca però rimane fresca anche grazie a note erbacee.
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2018 Falanghina Campi Flegrei Settevulcani, Salvatore Martusciello
Un concentrato di Campi Flegrei, ovvero di un terroir vivo (nel senso letterale a causa dell’attività vulcanica) che nel vino si esprime in mineralità, sentori di roccia, pietra focaia, Ha un sorso lungo e che invoglia ad un altro bicchiere.
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2017 Falanghina Campi Flegrei Vigna Astroni, Astroni
Qualche anno sulle spalle ha fatto bene a questa etichetta dal giallo intenso, dalla materia ricca e anche un po’ grassa, belle note fumé al naso e in bocca che si uniscono a sentori di torba e sottobosco. Un bianco importante che ritrova leggerezza sul finale grazie a una sensazione salata che rinfresca il sorso.
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2013 Falanghina Campi Flegrei Strione, Astroni
Altro tocco di classe sulla longevità dei bianchi in terra flegrea: qui compaiono note burrose, la prugna gialla, il limone candito. Un gioco di morbidezza e acidità che torna anche in bocca grazie a un sorso denso e vellutato