“Piccolo il podere, minuta la vigna, perfetto il vino”. Gino Veronelli non pensava di certo a Le Due Terre quando ne Il vino giusto spiegava che la dimensione contenuta dell’azienda vitivinicola e della sua superficie vitata fosse uno dei segreti per fare il vino buono e sano, partendo da materia prima di qualità estrema (territorio e frutto), senza infingimenti. Non poteva riferirsi alla bella realtà portata avanti a Prepotto da Flavio Basilicata e Silvana Forte, per la semplice ragione che la loro avventura nel mondo del vino è iniziata negli anni Ottanta e le parole di Veronelli erano già vecchie (ma attualissime) di almeno un decennio. Ma si sposano alla perfezione alla loro creatura, anzi alle loro creature: vigna e vini. I 4 ettari di superficie vitata (mai aumentata nel corso dei decenni) sono divisi in due composizioni differenti (su un versante terre rosse e sull’altro marne): da qui la scelta del nome dell’azienda. La dimensione contenuta consente a Flavio la possibilità di curare personalmente la vigna in ogni sua fase attraverso una viticoltura essenziale, senza utilizzo di concimi, diserbanti, antibotritici e antiparassitari. Dalla vigna alla cantina la filosofia non cambia: fermentazioni spontanee senza aggiunta di lieviti e solforosa, nessuna chiarifica, una leggera filtrazione in bottiglia. Ne vengono fuori vini di rara eleganza, espressività, territorialità e potenza evocativa come il Sacrisassi Rosso: un campione, forse Il Campione, di friulanità per eccellenza. Blend di schioppettino (60%) e refosco dal peduncolo rosso (40%) che affina 22 mesi in barriques è velluto liquido che si veste di rubino vivace e compatto. Olfatto stratificato e variopinto, declinato su succose note di mora, netti richiami al pepe nero, alle erbe spontanee, e poi cenni scuri di rabarbaro e terra smossa. La complessità olfattiva scura si arricchisce con note di cioccolato, cuoio, fieno e china e trova riscontro in un sorso coeso e polposo, dotato di grande freschezza, di un tannino vellutatissimo e di una bevibilità disarmante, con i suoi ritorni di mora, mirtilli e pepe nero, accompagnati da un finale saporito di arancia rossa, spezie e toni ematici. Persistenza quasi infinita per un vino che può tranquillamente sfidare i prossimi vent’anni, tentando di migliorare la sua già eccelsa qualità.

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NOTARACHILLE [25/04/21] - 9.5/10
9.5/10