Nella magmatica giungla dei crémant francesi non è difficile imbattersi in qualche bella bevuta (anche a costo contenuto), ma è rarissimo rimanere folgorati. Si iscrive alla prima categoria il Crémant de Bourgogne di Lafarge, probabilmente la bottiglia con l’etichetta più difficile da mettere a fuoco della galassia vino insieme a Collestefano. Notazioni grafiche a parte, siamo nel villaggio di Lugny, in pieno Mâconnais, dove la cantina, di proprietà familiare da quasi tre secoli, pianta ovviamente chardonnay (in Grand Bois di Lugny), pinot noir e anche gamay.
Bellino il naso di argilla, buccia di limone e nocciola, coerente con un ingresso in bocca energico che perde finezza e verticalità nel centro bocca, dove la grassezza e la maturità dello chardonnay della Borgogna del sud, prendono troppo il sopravvento rendendo la bevuta progressivamente meno agile. Una bella bolla valida anche a tutto pasto, ma con uno spessore un filo eccessivo.

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AIELLO [17/06/20] - 8.5/10
8.5/10