Gli esseri umani non nascono sempre il giorno in cui le loro madri li danno alla luce, la vita li costringe ancora molte volte a partorirsi da se*. E così ha fatto Manlio Manganaro: grafico pubblicitario prima, Sommelier poi, oggi proprietario e anima di una delle enoteche più curate e accoglienti d’Italia, l’Infernot a Pavia e, dalla vendemmia 2017, anche produttore di vino. Nel frattempo, anni fa, è stato anche il mio personal wine coach, ma dubito che lo inserisca nel CV.
Per produrre il proprio vino Manlio ha deciso di tornare in Sicilia, terra d’origine della famiglia, e di affittare una piccola vigna a Campobello di Mazara, a sud di Marsala. Qui le uve Grillo crescono su terra rossa e calcarea e sono coltivate senza chimica. La vinificazione, che avviene nella cantina di un amico produttore d’eccezione, cambia di anno in anno, per valorizzare al meglio le uve. Nel 2017 è stata divisa in due parti: una parte di uve ha fatto una macerazione di due giorni, l’altra parte, invece, ha fatto una breve macerazione carbonica seguita da semi-carbonica. Dal naso al palato, questo Grillo racchiude tutto l’amore e l’intuito di Manlio per il vino. Profuma di mare e agrumi, di macchia mediterranea e fiori. Il sorso è salato, elegante, irresistibile. La versione alcolica (e legale!) del barattolo di vetro che da bambini riempivamo di conchiglie e sabbia per portare a casa un po’ di mare.
*Gabriel Garcia Marquez
info@manliomanganaro.it
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RANDAZZO [27/05/20] - 8.9/10
8.9/10