Per poter apprezzare i vini di Josko Gravner bisogna essere delle persone dallo spirito libero e aver degustato molto con la mente aperta. Dico spirito libero in quanto non condizionato da retoriche e false verità e curioso al punto giusto per scoprire nuovi corridoi del gusto. Dico mente aperta alle novità, che poi non lo sono, e al lasciarsi emozionare. Dico aver degustato molto, veramente e scientemente, non sbevazzato con gli amichetti facendosi belli per il nome altisonante appena ingurgitato. Finito il pistolotto vi racconto della Ribolla Gialla 2011 di Gravner. Per prima cosa è importante la temperatura, quella di cantina, sui 16/18 gradi è il giusto. Secondo: il bicchiere, più ampio è meglio è. Piuttosto una vecchia coppa da champagne che un flute. Terzo: preparatevi una pasta con le vongole bella saporita, un coniglio in fricassea, una mozzarella in carrozza, una terrina di radicchio di campo con cipolla e fagioli… insomma un piatto bello gustoso e aromatico e che vi faccia salivare solo al pensarci. Quarto: bevetevelo in santa pace abbinandolo a quello che avete preparato. Eccolo!! Oro antico con tendenza verso il rame. Ti avvolge con il balsamico marino, note pungenti mentolate, agrumi e nocciole e albicocche. Al sorso subito i tannini son prepotenti per poi lasciare spazio alla freschezza, facendoti salivare con la sapidità. Pulitissimo, verticale. Continua a chiedere di essere bevuto. Lungo con eleganza. Muscoli longilinei e ben torniti. Poche note per lasciar spazio alle vostre emozioni

Gori – 22/01/20
Vino illuminante, semplice nel farsi amare e piacere ma stratificato e complesso ad ogni giro in più nel calice. Qui la storia è nota ma è splendido come ogni volta il bicchiere la sappia raccontare con calma serafica e capacità di coinvolgimento unica. Se pensiamo che su The World of Fine Wine ci sono Master of Wine che gli assegnano un 97 e qualcun altro un SETTANTA possiamo capire come sia anche un vino divisiso. Ma non per me.
Giacobbo – 13/06/20
Il 2011 è uno dei millesimi che ho apprezzato di più della Ribolla di Gravner. E’ un vino con cui mi sento allineato. Non si tratta di buono o meno buono, di equilibrio o meno ma di quanto e come il nostro corpo possa accoglierlo. L’ho sempre bevuto senza pormi troppe domande e l’ho amato perché invece lui mi ha dato tante risposte. Spontaneamente.
Corazzol – 07/09/2019
Assaggio datato il mio – urge tornarci – ma stampato in testa. All’epoca fu folgorante, nitidamente staccato da altre annate, profumi più ampi ed espliciti della 2010, per dire. Un assaggio ampio e salato che ricorda una marea crescente; lenta ma inesorabile, occupa tutti gli spazi: palato, testa, cuore. e quando se ne va porta via qualcosa
Boriosi – 01/01/21
Di tutte le annate, la 11 ha dimostrato subito un’incredibile luminosità e un solido equilibrio nella profonda complessità di profumi che vanno a scavare nel cassetto dei propri ricordi. La luce si fonde con aromi di sagrestia: cera e incenso, poi miele di castagno e profumi di sottobosco, mentre all’assaggio una vena iodata pulsa sotto uno scheletro leggermente ferroso; il sorso è materico come certe tele astratte dove la pennellata si sovrappone all’imprimitura e la pittura esprime il concetto più che la forma. Un sorso materico, dunque, dove il tannino si fa spazio e fonde tutta la complessità e la luce racchiusa nel vino. Un finale infinito che si raccorda con l’inizio di un nuovo sorso, perché questo è un vino che chiede di essere bevuto.Mentre scrivo cose per cui provo un certo imbarazzo da compiacimento per la metafora più ardita, mi rendo conto che non c’è altro modo per descrivere i vini di Gravner, perché bisognerebbe inventare parole nuove per dare una vaga idea tanta espressività.
L’invito che mi sento di fare è -semplicemente- provarli.
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SAVIOLI [11/06/2020] - 9.4/10
9.4/10
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GORI [20/01/2020] - 9.6/10
9.6/10
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GIACOBBO [13/06/2020] - 9.3/10
9.3/10
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CORAZZOL [07/09/2019] - 9.3/10
9.3/10
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BORIOSI [01/01/21] - 9.6/10
9.6/10
grazie Liliana, per avermi fatto tornare molto indietro nel tempo!!! esattamente ai primissimi anni ’80!!! sono stato, in Italia, il primo rappresentante di vino ad esserci arrivato (così come da Stanko Radikon), quando non lo conosceva proprio nessuno!!! quando faceva i suoi vini (le uve bianche classiche) SOLO in acciaio e li metteva in vendita ad aprile, per incassare il prima possibile quanto gli serviva per vivere e, soprattutto, per mettere insieme, tessera per tessera, il suo mosaico, produttivo futuro che aveva già chiaro in mente, sin dall’inizio del suo percorso!!! poi cominciò, di anno in anno, a posticipare la messa in commercio dei suoi vini e poi e poi e poi…tutto il resto!!! le discese ardite ( le sue tragedie familiari, purtroppo!) e le risalite, come cantava Lucio Battisti!!! fino a trovare la sua dimensione definitiva, anche se, conoscendo Josko, penso sia impossibile che si sia “seduto!!! N.B. se vuoi sapere qualcosa in più di me, vai su AMAZON e guarda i miei primi due libri (sono già pronti altri 4 per essere pubblicati, anche a breve); poi se la cosa ti interessa, a me interessa molto conoscere il tuo parere al riguardo!!! ancora GRAZIE!!! E BUON FINE SETTIMANA!!!
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Corazzol: carissimo Rustichini, grazie per i suoi commenti. Se vuole che le si legga il libro le invio volentieri l’indirizzo a cui spedirlo; di Liliana, Valentina e se vuole di tutto il gruppo autori. 😉
Grazie Massimo, oggi come ieri le emozioni in casa Gravner non mancano mai.