In tutti i rosati da gaglioppo vinificati a Cirò si riscontra un’equilibrio di gusto che sembra consustanziale alla tipologia. Ad imprimere differenze c’è l’impronta del vignaiolo o vignaiola e quella dell’annata. In virtù di questa “naturale” predisposizione al buono sono sempre più convinta che il vino rosato possa e debba rappresentare il territorio cirotano più del rosso, che fatica a conquistare consumatori poco esperti. Non a caso i Cirotani pasteggiano da sempre con il rosato, ormai nel loro DNA. Il rosato Calabretta, qui nell’annata 2018 (a proposito, cirò boys&girls, tenetevi qualche bottiglia in cantina per valutare la risposta nel tempo del gaglioppo rosato) sfavilla nel calice come sole al tramonto preannunciando un’accoglienza morbida e suadente sia al naso che in bocca. Mora di gelso, lampone, ribes piroettano insieme a profumi di lavanda, violetta, bergamotto, anice e chiodi di garofano; si insinuano note di erbe aromatiche insieme ad effluvi salmastri. Il sorso è scorrevole, fruttato senza mollezze, dal calore avvolgente e insieme rinfrescante come un succo di arancia amara; è asciugante con garbo e vivacemente salino sul finale. Bevete Cirò Rosato!

via Mandorleto, 47 – 88811 Cirò Marina (KR)
telefono e fax +39 0962 31 986
e-mail: info@cataldocalabretta.it
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FIRMANI [05/06/20] - 8.8/10
8.8/10
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AIELLO [07/06/20] - 8.8/10
8.8/10
Per quel poco che capisco io di vino Cataldo è espressione di un movimento sano predisposto alla viticoltura e all’enologia di qualità, qualsiasi sia il senso che vogliamo dare alla parola “qualità”.
Per me anche il rosso è godereccio, figuriamoci il rosato che porta freschezza alla potenza di terra, sole ed uva.
Sempre sia lodato Cataldo Calabretta!