Una naturalezza espressiva che è ormai marchio di fabbrica per questo vino: erbe aromatiche, spezie, china, più fiori rossi che frutto (ancora in via di definizione). La quota alcolica (14.5%) al gusto lo rende morbido e nonostante ciò ha una leggerezza di tocco che è una meraviglia. Si beve benissimo soprattutto se fresco di frigo. Nella categoria: bottiglia bucata sotto. Pasta e ceci (rigorosamente con pasta mista!).

Via Vittorio Emanuele II, 28
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Nera – 17/07/2020
Ho trovato il Pelaverga 2018 di Burlotto eccessivamente alcolico (luglio e agosto sono stati molto caldi da quelle parti quell’anno). Un fastidioso continuo gracchio alcolico-amarognolo distorce il suono olfattivo-tattile (che è comunque di spessore). Possiamo giocare con la manopola/temperatura per tentare di sintonizzare meglio la stazione: con 10/11 gradi la freschezza esce fuori, lapalissiano, ma perdiamo la delicatezza della fragolina di bosco che diviene pungente esaltando cosi un’eccessiva nota mentolata a discapito di una più piacevole di mentuccia e pepe rosa, percepibili sui 14/15 gradi. Il vino deve seguire l’annata, altrimenti è Coca-cola, giusto. Ma ci sono annate favorevoli ad un vitigno e altre ad un altro. Io amo il Pelaverga “fresco”, che nasce da annate fresche e che quindi può rinfrescare anche giornate di canicola estiva (ho detto fresco?) senza per forza servirlo/silenziarlo a temperature glaciali.
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COLUCCIA [10/03/20] - 8.6/10
8.6/10
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AIELLO [07/06/20] - 8.7/10
8.7/10
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NERA [17/07/20] - 8.7/10
8.7/10