Concessione domestica del 25 aprile, Comtes de Champagne 2006 ha confermato le mie precedenti bevute (una manciata in generale, due volte questo millesimo): un inno a una classicità assoluta, virtuosamente in bilico tra struttura imponente e ricercata eleganza. Mi è uscita un po’ da cartella stampa, ma tant’è.
Blanc de Blancs di punta di Taittinger, prodotto non in tutte le annate, dopo 10 anni sui lieviti, è uno Champagne ricchissimo e burroso, senza apparenti spigoli, perfetto per chi ricerca le note da pasticceria e ama mangiarci un grande piatto elaborato, perfino una bistecca. Sul mio personale cartellino è una bevuta riflessiva, a tratti ermetica, che paga dazio a livello di dinamismo e specificità del millessimo, ma soprattutto finisce per stancarmi dopo un paio di bicchieri. Sarei però uno stolto a non accorgermi della fattura.
La maison sta cercando di recuperare un po’ del lustro di un tempo: storia del marchio e cantina non hanno quasi concorrenza in termini di storytelling, quindi visita d’obbligo se, una volta finiti (sul serio) gli arresti domiciliari, volete farvi un giro a bollelandia. Occhio, per non sbagliare la pronuncia pensate alle ghiandole mammarie.

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AIELLO [05/05/2020] - 9.1/10
9.1/10
Ciao Adriano, ho bevuto sabato la 2007 e sono d’ accordo con te…dopo due bicchieri stufa, troppa confezione, e poco terroir. In questi casi alla cieca viene proprio da dire…”E’ un vino da négotiant”