Maison negli ultimi tempi un po’ dimenticata dalla critica italiana, Deutz – per una volta non è ‘Nemo è propheta in patria’ – in Francia è ritenuta “una delle più belle maison de champagne”. Di origini tedesche, nasce nel 1838 ad Ay e nel tempo è cresciuta sempre più in autorevolezza e prestigio, nonostante le numerose vicissitudini che hanno investito la Champagne all’inizio del XX secolo: la fillossera, le guerre devastanti, le crisi economiche, le crisi interne alla denominazione. Da allora, Deutz celebra in ogni sua bottiglia la perfetta fusione tra i canoni stilistici della Champagne e lo stile della Maison, che si traducono in bollicina finissima, sontuosità del sorso, eleganza, coerenza nel tempo e nello spazio. Non così focalizzata sul territorio, forse, tema molto di tendenza oggi (e mi chiamo in causa anche io), ma l’obiettivo di Deutz è, da sempre, raggiungere armonia e piacevolezza senza distrazioni o troppi voli pindarici. E poi, che bello, ogni tanto, avvicinarsi al calice e poter dire, senza indugi: “Signori, questo è Champagne!”.
Naso classicheggiante per via dei toni evolutivi sotto il quali emergono immediatamente i frutti in confit, il limone, la nocciola, le tostature, la crema chantilly e una sottile traccia minerale. Tutto ancora sussurrato, discreto. In bocca è denso, dalla materia grassa e foderata, ampio nella trama, flessuoso e delicatissimo nell’allungo. È un sorso luminoso, raffinato, che non delude chi è in cerca uno champagne di stampo classico e che parte discreto, quasi in debito di personalità, per poi svelarsi caldo e appassionante con l’evoluzione. Ha bisogno di tempo, anche per assorbire il dosaggio, forse un filo eccessivo per uno champagne di queste potenzialità.

16 Rue Jeanson, 51160 Ay, Francia
Tél: +33 3 26 56 94 00
100% Chardonnay, L’Amour de Deutz, nonostante sia un blanc de blancs di pregio, non è figlio solo della Côte des Blancs, con i villaggi Grand Cru di Avize e Le-Mesnil ma anche della Montagne de Reims, dato che le uve provengono per un 5% anche dal Premier Cru di Villers-Marmery (in quella zona della Montagne chiamata terres blanches in cui il gesso affiora con esposizione ad Est ed è per questo che troviamo lo Chardonnay). Fermentazione in acciaio con svolgimento della malolattica e 9 anni di maturazione sui lieviti in una parte delle cantine sotterranee riservata. Lo champagne è stato dosato a 10 g/l.
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VALENTINI [28/04/20] - 9.2/10
9.2/10