A me piace il sangiovese, mi piace da matti perché è rassicurante, diretto e franco, a meno che non ci sia la mano di qualche virtuoso amante della leziosità: allora anche il sangiovese dalla schiena più dritta si presenterà agli occhi dell’inesperto come qualcosa che per sua natura non è, ovvero docile e pettinato.
Da poco ho riassaggiato la bottiglia di 5 Podere Le Boncie di Giovanna Morganti, schiva produttrice di Castelnuovo Berardenga. 5 come le uve presenti nel vino. La prima esperienza con questa etichetta risale all’annata 2015, e mi era parso grandioso: dal colore rubino brillante, complesso ma affatto faticoso nella beva, equilibrato nel frutto e la speziatura nonostante l’annata calda e con una spina acida snella. Pochi giorni fa, in piena reclusione da Covid19, per tirarmi su il morale ho voluto ripetere l’esperienza stappando una bottiglia di 5 del 2017. Sarà stato l’umore fiacco o l’annata squilibrata per siccità e sbalzi termici in stagioni che non li prevedono, ho trovato un vino dai profumi spinti e tutti incentrati sul frutto, mentre la beva si è rivelata un po’ piatta, quasi stanca. Poco male, perché la Morganti lavora benissimo senza lasciarsi spaventare dalle annate meno felici. Fremo per godermi la prossima annata in uscita.

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BORIOSI [12/03/20] - 8/10
8/10
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AIELLO [29/04/20] - 8.3/10
8.3/10