Se in media reputo di non saperne mai abbastanza di vino, quando affronto il territorio dell’Etna avanzo sempre in punta di piedi. Facile farsi fascinare dalla potenza del vulcano, facile ricercare potenza e irruenza, quasi a voler creare un filo rosso con l’idea che uno può avere del portento lavico offerto dalla natura. Eppure ad ogni assaggio mi ricredo e mi rendo conto che l’equazione vino=vulcano=potenza è spesso inutile, per non dire sciocca. E questo figlio dei nerelli, mascalese e cappuccio, conferma come anche l’eleganza e la leggiadria possano albergare in quel territorio. Piccoli frutti rossi all’apertura, delicati, una lieve speziatura: tutto quasi sussurrato, mai urlato. In bocca acquista vigore, ovvio, vista anche la gioventù, ma un vigore lontano dalla potenza: tannini graffianti ma non aggressivi, struttura acida e sapida, quasi salina, di prim’ordine, chiude lungo, con una leggerezza che colpisce e che invoglia a riempire il bicchiere in fretta.

Spazio Al-Cantàra: via Puglia, 116 Catania
http://www.al-cantara.it/vini-siciliani/
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Fabrizio - 8.6/10
8.6/10