Arrivano quelle bottiglie inaspettate, avvolte di polvere e pochissima allure, che si stappano distrattamente, si assaggiano superficialmente e poi ti prendono a sberloni giustamente. Ora, a meno che qualcuno non abbia spostato la Mosella dalle parti di Ortonovo, bisognerà che all’uva albarola si dia più attenzione, magari esplorandone seriamente la capacità di invecchiamento. Nel bicchiere cola un favo di miele, ginestre e fiori gialli lanciati da fanciulle innamorate del caro leader, poi cespugli variamente litoranei, e su tutto, prepotenti note (aiuto) idrocarburiche, spessatamente solfitose. Assaggio fresco in cui prevale la parte erbacea, e poi resina, argilla, agrumi e risentimento. Scuse dovute e cibalgine ingerite.

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CORAZZOL [28/03/20] - 8.8/10
8.8/10
8.8/10