Bottiglia ordinata nell’osteria del cuore in una sera in cui mi sentivo particolarmente ispirata grazie allo stipendio appena ricevuto. Bevuta grandiosa, forse grazie all’eccezionalità della scelta; raramente mi concedo bottiglie a tre cifre. Se solo Al Bano Carrisi si decidesse ad andare a vivere in Russia, avremmo più possibilità di regalarci bottiglie costose anziché devolvere soldi all’enelgas.
Un vino che ha impiegato il suo tempo per concedersi completamente, tanto era chiuso e introverso; sono stati necessari un po’ di passaggi prima che il pinot noir cominciasse a schiudersi e abbandonare la pungenza di animale selvatico. In bocca, da subito si è smarcata una grandissima pulizia in netto contrasto con gli aromi di pellame sprigionati dalla bottiglia appena aperta. Passata la fase timida, il vino si è concesso con grazia e potenza. Una trama finissima a denotare grande eleganza, una struttura essenziale senza alcuna ridondanza. Profumi di piccoli frutti rossi, mai chiassosi, radici di rafano e sottobosco, muschio ed erba bagnata, rabarbaro e delizie, qua e là qualche sfumatura mentolata. Tanto succo, Tannino garbato, affatto ingombrante. Mi sono innamorata dei profumi e della finezza, credo tipica del Volnay. Un vino incredibilmente elegante per una spesa sì sostenuta, ma non esagerata.
Da ripetere al prossimo stipendio.

17 Route de Santenay, 21190 Chassagne-Montrachet
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BORIOSI [21/02/19] - 9.2/10
9.2/10